In libreria il romanzo della scrittrice Stéphanie Hochet, una meditazione sul sangue e la scrittura, l’oblio e la memoria…

Stéphanie Hochet, parigina classe ’75, ha debuttato a ventisei anni con il romanzo Moutarde douce, a cui sono seguialtri nove libri. Nel 2009 ha ricevuto il Prix Lilas e nel 2010 il Thyde Monnier de la Société des Gens de Lettres. E’ arrivato in libreria con Voland Sangue Nero, romanzo ai confini del fantastico, una meditazione sul sangue e la scrittura, l’oblio e la memoria.

Il fascino esercitato dai tatuaggi spinge il protagonista del romanzo a disegnare per un tatuatore, il suo amico Dimitri. A lungo incerto se cedere alla tentazione di offrire la propria pelle ad aghi e inchiostro, è una frase latina sul trascorrere delle ore – Vulnerant omnes, ultima necat – a fargli cambiare idea. Il tatuaggio che Dimitri realizza sul suo plesso solare è destinato a stravolgergli la vita e il rapporto con le donne. In breve però le prime parole iniziano inspiegabilmente a sbiadire e l’uomo avverte i sintomi di uno strano malessere…

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