La saga di Harry Potter è ricchissima di archetipi astrologici, a partire dal rapporto tra il maghetto e Voldemort, cardine narrativo dell’intera narrazione, rappresentazione in chiave fantastica della più importante e profonda dialettica astrologica: lo scontro tra il Sole e Plutone… Su ilLibraio.it “Simon & the Stars”, fenomeno su Facebook ora in uscita con il suo primo libro (in cui racconta l’oroscopo 2016 come un romanzo di formazione), si confronta, a modo suo, con l’amatissima storia nata dalla fantasia di J. K. Rowling

di Simon & the Stars*

La saga di Harry Potter è ricchissima di archetipi astrologici, a partire dal rapporto tra il maghetto e Voldemort, cardine narrativo dell’intera narrazione, rappresentazione in chiave fantastica della più importante e profonda dialettica astrologica: lo scontro tra il Sole e Plutone, rispettivamente centro e periferia più remota del sistema solare e astrologico.

Per chi si accosta per la prima volta a un lessico astro-logico, va premesso che ogni pianeta rappresenta una determinata funzione fondamentale della psicologia umana. In particolare il Sole, centro del sistema, rappresenta il nucleo radiante della personalità. Ognuno di noi è talmente immedesimato con il proprio “Centro” astrologico che la posizione del Sole in un determinato segno zodiacale diventa il “nostro” segno: io “sono” un Ariete, o un Toro, e così via. E naturalmente, in termini astrologici, la vita è un viaggio verso l’affermazione dell’identità personale, verso una centratura che consenta al Sole astrologico di risplendere.

All’estremità opposta del sistema, alle periferie più remote, c’è Plutone, il più distante, il più buio (o meglio: meno illuminato), il più sconosciuto di tutti i pianeti. Plutone che nella rappresentazione planetaria della coscienza corrisponde all’istinto, all’Io-desiderante. È il carburante che arde nella camera a scoppio di un treno a vapore. Non è di per sé “movimento”, ma è “motore”. Perché si abbia un movimento progettuale occorre che l’energia plutonica sia raffinata e passi attraverso la centratura del Sole, l’intelligenza di Mercurio, la capacità di relazione di Venere, la spinta espansiva di Giove, il senso di struttura di Saturno e, ancor prima di tutti attraverso il movimento emotivo della Luna.

È un “ping-pong” tra due estremi. Da un lato, il sole al centro dice “Io sono”. Dall’altro Plutone dice “Io desidero”. Proprio perché è energia grezza, Plutone va indirizzato nelle giuste direzioni. Quando è “corrotto” diviene bramosia di potere, desiderio di conquista, ossessione. In definitiva è quell’abisso profondo che chiamiamo inconscio, dal quale emergono desideri e pulsioni. È l’istinto, la fame, la sete, il desiderio, è tutto ciò che ci tiene attaccati alla vita. È la forza bruta degli elementi della natura, motore immobile, garante del mobiletto che può diventare forza distruttrice.

In questa prospettiva, Harry e Voldemort rappresentano questi due estremi, l’uno la centralità luminosa e radiante del sole, l’altro l’estremità buia e meno illuminata del potere dell’istintualità di Plutone. E l’intera saga è un viaggio dal Centro verso la Periferia, con Harry che libro dopo libro si avvicina e supera il giro di boa dell’adolescenza, la fase della vita in cui la pubertà ci mostra che esiste anche una parte “istintiva”, un metaforico lato “oscuro” solo perché fino a quel momento del tutto ignoto che non può essere semplicemente ignorato, ma va compreso, integrato e asservito agli scopi del Sole e alla progettualità di vita del viaggio dell’eroe verso se stesso.

Ma anche un viaggio dalla Periferia verso il Centro: Voldemort all’inizio della saga è una presenza indebolita, allontanata, esiliata. Ha bisogno di impossessarsi del corpo del giovane professor Raptor per mettere le mani sulla Pietra Filosofale, elisir in grado di riportarlo in vita, potente simbolo alchemico che attribuisce immortalità e conoscenza assoluta del “bene” e del “male” (un “ponte” cioè tra centroperiferia) e di trasmutare i metalli “vili” in “oro”, che – guarda caso – è il metallo che corrisponde al Sole, centro del sistema e governatore del Leone, il segno di Harry.

Harry al centro e Voldermort alla periferia, alle estremità del raggio di una circonferenza ideale che racchiude il sistema solare e astrologico. Ma se anziché considerarle “lineari”, noi ci rendessimo conto che una serie di grandezze (come il tempo, tanto per dirne una) ha natura “circolare”, le estremità si toccherebbero e, anziché rappresentare i due capolinea di un tracciato, diverrebbero le due facce di una stessa medaglia.

Come i poli (positivo e negativo) di un sistema elettrico, l’uno è forte come l’altro, solo di segno opposto. L’uno è nemesi e alter ego dell’altro. Per questo Harry è l’unico che può sconfiggere Voldemort, perché è parte di uno stesso sistema, al centro di uno stesso sistema di cui Voldemort rappresenta le periferie più oscure.

Ed è per questo che – correttamente – la profezia di Sibilla Cooman, docente di Divinazione, afferma che solo un bambino, nato alla fine del mese di luglio, sarebbe stato in grado di vincere Voldemort perché suo eguale, e che “nessuno dei due avrebbe potuto vivere se l’altro fosse sopravvissuto”. Perché non si può distruggere un solo lato di una stessa moneta.

Per questa ragione, credo che sin dall’inizio della saga l’intuizione di fondo della Rowling fosse di concludere la storia con la fine di entrambi. Quello dei due che avrebbe mostrato di superare l’ego e il desiderio di sopraffare l’altro, votandosi al sacrificio, sarebbe risorto come risorge Harry alla fine della storia, dopo quella parentesi poetica e sospesa nella quale rivede Silente.

Perché la dialettica tra Sole e Plutone intesa come contrapposizione tra centro e periferia produce sempre un braccio di ferro, un tiro alla fune dove ogni estremo tenta di portare l’altro dalla propria parte. Ma, considerando queste due forze come i due lati della stessa medaglia, s’intravede la verità: l’equilibrio del sistema nasce unicamente dalla loro giusta compenetrazione. Entrambi sono necessari a definire, contenere e stimolare il polo opposto. Comprendere questo è “compito” del Sole (e di Harry) proprio perché illuminato e radiante. Perché è dalla luce che nasce l’ombra, e non il contrario.

E questo è il senso del sacrificio finale che conclude la saga. La ricompensa, naturalmente, è rappresentata da un Harry vivo e in buona salute, che accompagna i propri figli all’Hogwarts Express e che rappresenta proprio l’equilibrio “adulto” di una maturità che ha saputo compenetrare e mettere insieme i due estremi, il Sole e Plutone, il Centro e la Periferia, dove progetto di vita ed energia vitale camminano nella stessa direzione di crescita.

L'oroscopo 2016 di Simon & the Stars

L’AUTORE*  – La pagina Facebook di Simon & the Stars (https://www.facebook.com/Simonandthestars ) è un fenomeno del web: affermatasi giorno dopo giorno, like dopo like, prosegue la sua ascesa perché il suo oroscopo ha qualcosa di diverso. Simon ha cominciato quasi per gioco, sull’onda della pura passione per le stelle, ma in breve ha conquistato un vasto pubblico grazie a un linguaggio sensibile, poetico e diretto. Le sue letture delle stelle non si concentrano solo sulle semplici previsioni, ma svelano anche i meccanismi che si celano dietro i transiti dei pianeti. E nel suo primo libro, pubblicato da Vallardi, Simon racconta l’oroscopo come un romanzo di formazione, il viaggio di un eroe (il lettore) che, attraverso sfide, prove, soddisfazioni e conferme, insegue e raggiunge se stesso. Il “giro dell’anno” di Simon è un percorso articolato in 12 tappe, che corrispondono ai 12 mesi e ai 12 insegnamenti che lo zodiaco esprime. L’oroscopo diviene così una bussola in grado di trasformare anche il transito più faticoso nella più alta e preziosa risorsa di crescita.

Fotografia header: Harry Potter a Hogwarts

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