“L’acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori, grazie anche alla mediazione dell’AGCM, per ora ha vivacizzato il mercato… Il panorama? È molto mosso”. Alla vigilia della Fiera di Francoforte, Stefano Mauri, presidente e Ad di GeMS, parla del profondo mutamento in atto nell’editoria italiana. Tra i temi affrontati nell’intervista, anche il caso-Bompiani, la revisione delle Legge Levi sugli sconti in libreria (“che viene aggirata in molti modi perché nessuna autorità di fatto la fa rispettare”), la situazione del mercato librario, la promozione della lettura, la “generazione Harry Potter”, la “guerra dei Saloni” e la nomina del nuovo direttore Lagioia: “Gli editori sono persone intellettualmente vivaci e dovete alla loro diversità il pluralismo di cui si può ancora godere in libreria. Se fossero stati tutti d’accordo mi sarei preoccupato…”

Da domani al 23 ottobre si tiene la Fiera del libro di Francoforte dove, come di consueto, si ritrovano gli editori di tutto il mondo. Tra questi Stefano Mauri, presidente e Ad di GeMS, ed editore de ilLibraio.it. Con lui abbiamo fatto il punto sui mutamenti in corso nel panorama editoriale italiano, sulla situazione nel mercato librario, sul dibattito in corso legato alla legge Levi, sulla “guerra dei Saloni” tra Milano e Torino, sul futuro del gruppo e su molto altro.

Stefano Mauri

Stefano Mauri (foto di Yuma Martellanz)

La costosa acquisizione di Bompiani da parte di Giunti è l’ultimo effetto della discussa “presa” di Rcs Libri da parte di Mondadori. Rispetto a poco più di un anno fa, il panorama dell’editoria italiana è mutato. Nel medio periodo, quali saranno gli effetti concreti di questi cambiamenti?
“L’acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori, grazie anche alla mediazione della AGCM, per ora ha vivacizzato il mercato. Si sono rese indipendenti Adelphi, Marsilio e poi Bompiani. È nata la Nave di Teseo. Harper Collins ha rilevato il 100% della joint venture con Mondadori, e adesso sembra che sbarchi nel nostro Paese Planeta in joint venture con De Agostini. Da ultimo nasce Sem, fondata da tre mondadoriani. Il panorama è molto mosso. E a Francoforte si sentirà”.

 bompiani

Cosa accadrà?
“Ci sono più o meno quattro editori primari in più e due gruppi diversamente rinforzati. Certo ci avrebbe fatto piacere recuperare un marchio fondato dallo zio Val come Bompiani, ma ognuno fa le proprie considerazioni anche in termini di investimento alternativo. Noi siamo un gruppo atipico”.

In che senso?
“GeMS è sempre stato indipendente e ha esercitato la propria indipendenza rendendo del tutto indipendenti le sue case editrici, sia economicamente che intellettualmente, a beneficio della libertà degli autori e del diritto dei lettori a non essere manipolati. Sono stati pubblicati anche molti libri scomodi che, in parte, hanno contribuito a cambiare il mondo, spero in meglio. Del resto l’indipendenza è un valore per il lettore solo se non si soggiace ai poteri forti. Un buon saggio di inchiesta, si dice, non ha amici”.

Anche GeMS, però, nel corso degli anni è cresciuta con delle acquisizioni…
“Sì, ma sono responsabili del 20% della nostra crescita. Quando ho cominciato a lavorare qui eravamo tredici dipendenti in tutto. Eravamo un medio editore che ha comprato o fondato ex novo e rilanciato, grazie ai propri redditi, marchi nobili. Il resto è dovuto alla capacità di chi ancora oggi dirige le case editrici di fare una buona ricerca in tutto il mondo e trovare autori su cui investire e da accompagnare possibilmente al successo. J.K. Rowling, Wilbur Smith, Luis Sepúlveda, Jonathan Safran Foer, Arundhati Roy, Clara Sánchez, Glenn Cooper, Ildefonso Falcones, Donato Carrisi, Giani Biondillo, Alessia Gazzola e quasi tutti gli altri nostri autori erano del tutto sconosciuti prima che noi li scoprissimo e li pubblicassimo. Siamo gli editori di alcuni dei giornalisti più apprezzati in libreria: Massimo Gramellini, Gianluigi Nuzzi, Marco Travaglio, Peter Gomez. Avendo la capacità di individuare dei buoni manoscritti e di farli apprezzare dai lettori, oltre certi limiti preferiamo investire in questo, che è poi il mestiere editoriale, e con i nostri autori, le risorse disponibili. Dobbiamo innanzitutto garantire continuità e qualità ad autori e lettori”.

All’indomani dell’acquisizione di Rizzoli, Gian Arturo Ferrari, vice-presidente della Mondadori Libri, disse che non erano loro a essere dei giganti, ma gli altri editori a essere dei nani. E per di più famelici, dato che molti si offrivano di acquistare la Bompiani. Si sente un editore “nano”?
“Noi, come abbiamo detto l’anno scorso in occasione del nostro decennale, non siamo dei nani famelici, ma dei bambini curiosi. Peraltro i nani sono persone come gli editori sono editori, che siano grandi o piccoli. Meritano tutti rispetto. Ma siamo anche gli orgogliosi custodi dell’opera di Freud, Jung, Einstein e gli editori di Dario Fo, che ricordo con commozione, di Claudio Magris, Kenzaburō Ōe, Javier Cercas, Isaac Bashevis Singer, Pier Paolo Pasolini, Carlo Emilio Gadda”.

Torniamo alla Bompiani.
“Sono comunque lieto, per certi aspetti, di come è andata la vendita. Ha dimostrato che esiste un mercato molto vivace, che solo un anno fa sarebbe stato insospettabile. Dunque, che quello che anche noi abbiamo costruito in tanti anni, ha un enorme valore economico, il che è una prova secolare della qualità per i lettori del nostro lavoro intellettuale. Mi spiace solo per gli autori Bompiani che hanno la backlist da una parte e i nuovi progetti da un’altra. Ma la ragione economica ha prevalso e non credo che Mondadori, quotata in Borsa, potesse fare valutazioni sentimentali. All’origine secondo me è stata avventata la vendita in blocco di Rcs Libri. Rcs avrebbe potuto gestire direttamente e più proficuamente questo processo”.

“È stata avventata la vendita in blocco di Rcs Libri. Rcs avrebbe potuto gestire direttamente e più proficuamente questo processo”

Harry Potter and the cursed child

Lei in queste settimane si gode le vendite record di Harry Potter, ma com’è andato finora il mercato librario italiano in questo 2016?
“Nel 2015 il mercato ha cessato di flettere e nel 2016 è in crescita. Però una crescita molto diseguale. L’insieme di catene e librerie è in pari con l’anno prima, l’ecommerce cresce, sia Amazon sia IBS, e la vendita di libri nei supermercati è ancora in flessione”.

A proposito di Harry Potter, la casa editrice Salani ha promosso una ricerca sui lettori italiani della saga. La cosiddetta “generazione Harry Potter” è “il” motivo di speranza nel futuro per gli editori e dei librai?
“Già da qualche anno avevo notato che esiste una classe specifica di lettori, tra i venti e i trent’anni, che è in crescita in molti Paesi del mondo. È quella che chiamo la ‘generazione Harry Potter’. Un romanzo più lungo della Recherche che ha avuto probabilmente mezzo miliardo di lettori in tutto il mondo, molti dei quali avevano 10 anni quando hanno cominciato a leggere la saga. Un mondo a sé che continua a produrre frutti. Non solo l’ultimo Harry Potter ma anche un bellissimo nuovo film in arrivo a Natale, Animali fantastici, del quale seguirà un libro sempre per Salani. La casa editrice per festeggiare l’ottavo libro di Harry Potter ha voluto andare più a fondo e la ricerca, oltre a confermare che chi ha assaggiato il piacere di un buon romanzo in giovane età grazie a Harry Potter oggi legge il doppio di chi non lo ha fatto, ha scoperto che il maghetto ha trasmesso ai suoi lettori molti valori positivi con i quali affrontare la vita: lealtà, amicizia, coraggio, gioco di squadra: gli stessi valori che cerchiamo di trasmettere ai ragazzi con lo sport”.

Cambiamo tema e parliamo di regolamentazione degli sconti in libreria. A ormai cinque anni dall’applicazione, i librai chiedono una revisione della Legge Levi, con una riduzione degli sconti e controlli severi per il rispetto delle normative. È d’accordo?
“Come dicevo, la crescita nel mercato è diseguale. Credo che si debba fare un serio tentativo di rivedere alcuni aspetti della legge Levi, ma che non sia il momento di intervenire con riduzioni drastiche di sconto che danneggerebbero i lettori più fragili e la vendita di libri nei supermercati. Tuttavia, per l’interesse di lungo periodo dei lettori e del pluralismo, bisogna individuare degli strumenti atti a proteggere le librerie indipendenti, strette tra la crisi e la competizione di catene, e-commerce e, ormai in minima parte, supermercati. Solo le librerie indipendenti possono accompagnare la ricerca di nuove voci, scommettere su giovani scrittori e aiutare gli editori a rinnovare il panorama letterario insieme ai lettori. Innanzitutto bisognerebbe chiarire chi controlla l’applicazione della legge e quali strumenti ha in mano. La legge viene aggirata in molti modi oggi perché nessuna autorità di fatto la fa rispettare”.

“Per l’interesse di lungo periodo dei lettori e del pluralismo, bisogna individuare degli strumenti atti a proteggere le librerie indipendenti”

Pensa anche lei sia giunto il momento per una nuova legge sul libro e la lettura? E quali dovrebbero essere i pilastri di tale legge?
“Il problema della lettura in Italia si intreccia con le caratteristiche culturali e socio-demografiche della popolazione. Credo che la migliore promozione della lettura sia diffondere la consapevolezza che chi legge fa più strada, vive meglio, contribuisce allo sviluppo del proprio Paese e della propria vita meglio di chi non lo fa, come ha dimostrato la nostra ricerca sulla lettura e la felicità dell’anno passato, e come hanno confermato molti studi sulle correlazioni tra lettura e sviluppo. E credo che ci vogliano strategie diverse a seconda dell’età dei non lettori. Sicuramente è importante aiutare le biblioteche, che possono essere quei punti diffusi sul territorio di mediazione alla lettura per tutti i cittadini. In occasione dell’ultima edizione di Bookcity sono rimasto molto colpito da una biblioteca situata alla Bovisa, un quartiere periferico di Milano”.

franceschini

Cosa l’ha colpita?
“Siccome ci sono molti cinesi tra i residenti, il bibliotecario, affidandosi alla comunità, ha raccolto una biblioteca di libri in cinese e organizza ogni settimana un momento di lettura con una insegnante per i bambini cinesi. Ci sono anche molti librai indipendenti eroici grazie ai quali interi quartieri si illuminano, e persino libraie, come le sorelle Pieralice all’Eur, che con la loro libreria sono diventate il fulcro di un centro commerciale dove autori come Ken Follet, Wilbur Smith o Ildefonso Falcones vanno a presentare i loro libri dinanzi a un’enorme platea del quartiere”.

Il Governo dovrebbe essere più attento ai problemi della filiera del libro?
“L’attuale Governo sta facendo molto più dei precedenti, perché non perde occasione per ricordare, soprattutto ai giovani, e anche con agevolazioni mirate, l’importanza della cultura e, al suo interno, dei libri e della lettura. Questa è la normalità in molti Paesi nord europei”.

tempo di libri - fiera milano

La “guerra dei Saloni” ha creato forti tensioni tra gli editori: “Tempo di libri”, a Milano dal 19 al 23 aprile 2017, sarà la fiera dei “grandi gruppi”, o ci sarà davvero spazio per tutte le realtà editoriali?
“Si sono sentite tante frottole su questa vicenda. Un clima di ambiguità al quale non sono francamente abituato. Per questo ho difeso le ragioni di Aie anche se, come grande editore, non potevo lamentarmi del trattamento ricevuto a Torino. I problemi che aveva, però, non li voleva risolvere. Ho cercato di conciliare i due fronti prima, durante e dopo, ma non è stato possibile. A Tempo di libri ci saranno i grandi gruppi, ma la nuova fiera è stata voluta soprattutto da editori di tutte le dimensioni e tutte le vocazioni. Fino a prova contraria, l’unica fiera che per ora Aie organizza si chiama Più libri più liberi, si svolge a Roma a beneficio dei piccoli editori e i grandi editori non sono nemmeno ammessi. Dire quindi che l’Aie non garantisce pluralismo è ridicolo e offensivo”.

Eppure alcuni editori hanno lasciato polemicamente l’associazione…
“Sia lo statuto dell’Aie sia quello della Fabbrica del  libro indicano nel pluralismo e nella tutela dei piccoli editori la loro mission. Tra la logica della politica, dove oggi governa la sinistra e domani la destra o altro, e quella della finanza, improntata al profitto di breve periodo, esiste uno spazio civile che è quello necessario al nostro mestiere, che vuole essere indipendente  e lavorare sul lungo periodo, e che GeMS ha sempre difeso. Lì devono abitare gli editori indipendenti e le istituzioni intelligenti e aperte collaborano. Ma per fortuna che gli editori sono divisi…”.

Salone del Libro

Perché dice questo?
“Gli editori sono persone intellettualmente vivaci e dovete alla loro diversità il pluralismo di cui si può ancora godere in libreria. Se fossero stati tutti d’accordo mi sarei preoccupato. E poi le informazioni circolate su alcuni giornali erano del tutto sbagliate. Comunque, noi abbiamo aderito alla proposta maggioritaria. Ora sappiamo che a Milano ci sarà una fiera del libro molto articolata, con un comitato organizzatore di tutto rispetto, soprattutto sotto il profilo culturale e qualitativo, scelto da editori indipendenti e con l’appoggio anche dei grandi editori, che sono tali soprattutto perché hanno nei loro cataloghi autori importanti. È una buona notizia no? Una città presa a modello anche dal governo, che è anche il primo luogo di ideazione e produzione e il più grande bacino di lettori del Paese, fino a pochi anni fa concentrata solo su finanza, design e moda comprende il valore della cultura, si ricorda di essere la capitale anche dell’editoria e accoglie una nuova manifestazione per il libro a braccia aperte. Milano non è una scelta di campanile di Aie, che è un’associazione nazionale, è una scelta logica come peraltro le associazioni degli altri Paesi hanno scelto Madrid, Londra, New York, Francoforte e Parigi.  E Torino, che si stava sedendo, sembra intenzionata a rinnovare la sua formula con energia anche grazie a questo stimolo. Sapremo più avanti come deciderà di declinare il suo di Salone, a questo punto. Sperando di non dover sentire più affermazioni poco gradevoli e ingiustificate nei confronti degli editori e di Aie, e mi pare che sia questo l’intento del nuovo direttore, Nicola Lagioia, appena nominato. Intanto mi sembra una buona soluzione quella di spostare il Salone in città almeno la sera, come si farà a Milano. Sono comunque segni di vitalità del libro”.

La Stampa ha anticipato i punti salienti del nuovo Statuto in corso di approvazione: come le sembra?
“È un po’ paradossale che mentre lo statuto apre all’ingresso dei ministeri e a una vocazione nazionale e addirittura cosmopolita, si rimarca però l’obbligo di organizzare un Salone a Torino, che nel precedente statuto non era menzionato. Sembra un po’ contraddittorio, ma bisognerà vedere il documento finale. Come ho detto, le informazioni indirette sono state spesso fuorvianti su questa vicenda”.

Foer - Eccomi

Concentriamoci sul gruppo GeMS: Harry Potter a parte, su quali titoli punta in vista delle vendite natalizie?
“È un Natale straordinario per noi. Il più importante da molti anni. Eccomi di Foer, Guanda, è indubbiamente il libro da leggere di questa stagione letteraria. Clara Sánchez nel nuovo romanzo Garzanti fa rivivere Julian e Sandra, i protagonisti del suo più grande successo, il profumo delle foglie di limone e lo stesso fa Ildefonso Falcones proseguendo la sua saga di Barcellona dopo la Cattedrale del Mare con Gli eredi della terra, Longanesi, ma con una densità di eventi, personaggi e dettagli storici ancora maggiore. E poi attendiamo il nuovo romanzo di Wilbur Smith, che in Inghilterra ha avuto voti altissimi dai lettori, un nuovo grande romanzo di Andrea Vitali, il nuovo thriller fascinoso e adrenalinico di Donato Carrisi e il ritorno di Glenn Cooper alle ambientazioni della biblioteca dei morti, per Nord e poi naturalmente tanti altri. Ma è anche il momento di Alessia Gazzola, la cui Alice è interpretata con molta simpatia da Alessandra Mastronardi in prima serata su Rai1. È emozionante vedere Alice Allevi e gli altri inconfondibili e originali personaggi immaginati da Alessia prendere vita e risultare così attuali. Se penso alla saggistica, il libro scritto a quattro mani da Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo rappresenta la riflessione più interessante su vent’anni di dibattito sulla giustizia e il suo rapporto con il cittadino e la persona. In campo religioso, Garzanti ha pubblicato il libro di Benedetto XVI, curato da Peter Seewald. Anche nella varia è un buon anno: la Vallardi, dopo il successo di Marie Kondo, ha portato in libreria la dieta di Walter Longo. Una dieta non per dimagrire, ma per stare bene e vivere a lungo. Quest’estate, prima della pubblicazione, l’hanno provata alcuni colleghi e colleghe che ne hanno avvertito quasi subito i benefici. Lo abbiamo pubblicato con grande convinzione. I lettori hanno capito subito che non è la solita moda, ma un libro serio”.

 

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