“Capitalismo immateriale – Le tecnologie digitali e il nuovo conflitto sociale”, saggio di Stefano Quintarelli, tra i pionieri di Internet, aiuta a comprendere la portata della Rivoluzione Digitale in atto

Stefano Quintarelli, classe ’65, imprenditore, esperto di comunicazioni e informatica, è tra i pionieri di Internet. Per qualche anno è stato prestato alla politica, dando il suo contributo alla modernizzazione del Paese, in particolare attraverso la creazione dello SPID (il sistema di accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione) e la liberalizzazione del Wi-Fi. Membro del Leadership Council del Sustainable Development Solutions Network per l’ONU, componente del Gruppo di esperti ad alto livello sull’intelligenza artificiale per la Commissione Europea, Quintarelli è Presidente del Comitato di Indirizzo dell’Agenzia per l’Italia digitale.

Bollati Boringhieri porta in libreria il saggio Capitalismo immateriale – Le tecnologie digitali e il nuovo conflitto sociale, testo che affronta temi centrali della contemporaneità (e del futuro prossimo): molti di noi, infatti, vivono in un mondo che non esiste più, e operano con strategie politiche e schemi mentali che erano adatti nel vecchio mondo, ma che sono tragicamente inadeguati al nuovo.

Stefano Quintarelli

Il vecchio mondo era fondato sul capitalismo materiale, che costruiva e scambiava cose. Oggi, e sempre più nell’immediato futuro, il capitalismo ha cambiato faccia in maniera radicale e ora diventa prevalente e dominante lo scambio di informazioni. Questo crea conflitti inediti, che vanno affrontati con nuovi strumenti. Nell’economia classica, produrre, riprodurre, trasferire e archiviare beni costava molto, e il prezzo del prodotto ne teneva conto. Nell’economia immateriale c’è quasi solo il costo di avvio della produzione.


L’appuntamento a Milano (ingresso libero solo previo accredito e fino a esaurimento posti in sala. RSVP: 328-1276138 – tel./sms/whatsapp)

In termini economici i ritorni dell’economia materiale erano decrescenti (si fa sempre più fatica a sfruttare una risorsa); nell’immateriale sono spesso crescenti (una volta affermato un modello, questo cresce da solo ed è sempre più sfruttabile). Tutto questo comporta una vera rivoluzione nella gestione delle politiche per il futuro, che siamo impreparati ad affrontare.

Il tradizionale conflitto tra capitale e lavoro è stato avvolto e sovrastato da un altro conflitto, quello con l’informazione che, tramite il controllo della intermediazione delle relazioni sociali ed economiche, preme su entrambi, generando un nuovo conflitto di classe tra gli intermediari e i loro intermediati.

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