IlLibraio.it ha intervistato l’autore de “La regola dell’equilibrio”, in cui torna protagonista l’avvocato Guerrieri. Carofiglio scrive bestseller in serie ed è quindi molto corteggiato dai grandi editori…

A distanza di quattro anni, Gianrico Carofiglio (tra gli autori italiani più venduti, e dunque più corteggiati) riporta in libreria il suo personaggio più amato,  l’avvocato Guerrieri, che ha fatto il suo debutto nel 2002 nel noir “Testimone inconsapevole”, e che è poi tornato in “Ad occhi chiusi”, “Ragionevoli dubbi” e “Le perfezioni provvisorie”. Finora i Guerrieri sono stati pubblicati dalla Sellerio, la casa editrice di due altri amatissimi autori di gialli, Andrea Camilleri e Marco Malvaldi. “La regola dell’equilibrio” esce invece per Einaudi Stile Libero, ma almeno un altro grande editore italiano (oltre al marchio indipendente siciliano) fino all’ultimo ha sperato di pubblicarlo

IlLibraio.it ha intervistato l’ex magistrato ed ex parlamentare, che ormai da tempo ha  deciso di dedicarsi completamente alla scrittura (anche in coppia con il fratello Francesco).

Carofiglio, com’è stato tornare a scrivere di  Guerrieri?
“Beh, abbiamo dovuto riprendere confidenza. Erano passati più di 4 anni e tutti e due avevamo fatto cose diverse… (ride, ndr)”.

Perché per il nuovo atteso Guerrieri non è tornato a pubblicare con Sellerio?
“Non abbiamo trovato un accordo che soddisfacesse entrambi. Detto questo ci tengo a sottolineare che i rapporti sono rimasti ottimi, nutro amicizia e stima per Antonio Sellerio e per molte delle persone che lavorano con lui”.

Dovranno passare altri quattro anni prima di leggere un’altra avventura  dell’avvocato, che nel nuovo romanzo della serie sarà aiutato dall’amico poliziotto e da una donna affascinante e ambigua, di professione investigatore privato?
“Non saprei. Certo non succederà di leggere un Guerrieri all’anno. Si tratta di romanzi che richiedono una certa incubazione”.

Quest’estate Stile Libero ha portato  in libreria “Una mutevole verità”, che ha visto il debutto di un nuovo personaggio,  il maresciallo dei carabinieri Pietro Fenoglio. Leggeremo presto una sua nuova storia?
“È possibile, ci sto pensando”.

Nel 2010 lei ha pubblicato con Rizzoli “La manomissione delle parole”. Ha in mente il tema da sviluppare in nuovo saggio?
“Da tempo sto pensando a un libro sulle metafore della politica. Può darsi che ci metta mano l’anno prossimo”.

In questa fase difficile per il mercato librario i grandi editori cercano di tenersi stretti gli autori di punta, quei pochi “nomi” in grado di garantire vendite importanti. E autori come lei – che tra l’altro scrivono più  di un bestseller l’anno, sono corteggiatissimi… Come vive questa situazione?
“Beh, mi fa piacere ovviamente ma cerco soprattutto di mantenere un sano distacco. Non ci vuole niente a rimbecillire, in situazioni del genere…”.

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