“La solidarietà che gran parte della popolazione sta dimostrando verso i migranti è un forte segno di speranza…”. Melanie Raabe (nella foto), scrittrice tedesca classe ’81 (in libreria con “La trappola”), racconta su ilLibraio.it la ritrovata solidarietà della Germania davanti alla tragedia dell’immigrazione: “A Colonia i librai stanno incoraggiando i loro clienti ad acquistare dizionari destinati ai rifugiati, per permettere loro di imparare il tedesco”. E non è la sola iniziativa…

I migranti che a migliaia, ogni settimana, naufragano in mare, arrivano sulle nostre coste o si accalcano ai confini dell’Europa, in fuga dal terrore, dalla fame e dalla guerra, quei migranti, di per sè, non rappresentano certo una novità. Da sempre la Storia racconta il dramma di simili partenze; da mesi, sbarchi e arrivi dalla Libia, dalla Siria e dai Paesi africani affollano i giornali, sotto il titolo, uno per tutti, di “emergenza migranti”. Ma con l’aumentare del numero di richiedenti asilo e con le sfide crescenti che questa situazione porta con sè, molti giovani, europei innanzitutto, realizzano che proprio oggi questa crisi segna un momento cruciale per la loro generazione, marcandone un tratto distintivo. Questa crisi, per quanto oscura, porta con sè un’opportunità.

Sia chiaro, nulla che riguardi l’attuale situazione dei migranti mostra segni di speranza. Da un lato, le immagini dei tg, le istantanee sui giornali, le fotografie sul web. Segni tangibili della catastrofe umanitaria che ogni giorno si consuma ai margini dell’Europa. Il tir carico di cadaveri, uomini, donne e bambini, fuggiti dalla guerra civile in Siria e morti asfissiati nel cassone di un camion. O l’immagine di Aylan Kurdi, il piccolo di tre anni annegato nel tentativo di raggiungere l’isola di Kos – un’immagine che, al di là delle opinioni sulla necessità o meno di pubblicarla, tormenterà per sempre chiunque l’abbia vista.

Dall’altro lato, le scioccanti proteste di coloro che rifiutano i richiedenti asilo, che contestano, reclamano, si ergono, anche con violenza, davanti ai campi dei migranti.

Nel mezzo l’Europa, avvilita, indignata, volenterosa e al tempo stesso divisa e impotente. Un’Europa che, indubbiamente, sta facendo fronte a sfide enormi. Secondo il governo tedesco, la sola Germania accoglierà 800.000 richiedenti asilo entro la fine dell’anno. Alcuni membri del governo e i cittadini stessi si domandano se la Germania sarà in grado di far fronte a questa crisi. Gli estremisti dell’ala più vicina alla destra stanno convincendo i cittadini di alcune regioni a fare proprio lo sdegno, a comprendere il rischio e la pericolosità dei centri profughi. Edifici destinati ai migranti vengono dati alle fiamme. Un odio che pulula anche online.

Tutto già visto, purtroppo. Ancora una volta, niente di nuovo. Per quanto l’ala più radicale del partito di destra tedesco abbia dalla sua parte solo un’esigua, vergognosa minoranza, è sempre stata in grado di farsi udire distintamente. Nuovo, invece, è il risveglio di quella onesta maggioranza rimasta troppo a lungo assopita. La grande novità si chiama “Aufstand der Anstandigen”: espressione coniata in Germania proprio in questo contesto, con il significato di “risveglio dell’onestà”.

La solidarietà che gran parte della popolazione sta dimostrando verso i migranti è un forte segno di speranza. Nascono programmi mirati a favorire l’inserimento dei nuovi arrivati nelle realtà locali, a dare assistenza ai bambini e ad insegnare loro la nuova lingua. Molte associazioni donando fondi. Il tutto con il supporto diretto dei cittadini. Artisti, celebrità e calciatori della nazionale si fanno avanti offrendo il loro aiuto.
A sorprendere ancor più è il potenziale creativo, accanto a quello emotivo. Tante, tantissime, idee originali e brillanti, anche sul web.

A Colonia, i librai stanno incoraggiando i loro clienti ad acquistare dizionari destinati ai rifugiati, per permettere loro di imparare il tedesco. Una volta acquistati, una rete di volontari li distribuisce nei diversi corsi di lingua organizzati sul territorio.

“Blogger fur Fluchtlinge” è un blog per rifugiati, nato dall’idea di quattro blogger. Obiettivo: mettere in contatto volontari, diffondere informazioni utili e ottenere donazioni. Ad oggi hanno raccolto più di 100.000 euro e si sono dati un nuovo traguardo: 250.000 euro.

Sono solo alcuni esempi, che testimoniano il desiderio di essere d’aiuto. L’hashtag #refugeeswelcome si è diffuso a macchia d’olio e molti giovani tedeschi stanno facendo sentire oggi la loro voce per la prima volta anche sul piano politico. C’è chi esprime risentimento, ma il numero di chi mostra empatia è di molto superiore. C’è bisogno sempre più di immedesimazione. Per chi, come me, è una lettrice e una scrittrice, immedesimarsi è un dato cruciale. Empatheia: la capacità di capire, sentire e condividere i pensieri e le emozioni di un altro. In Germania e in tutta Europa.

(traduzione di Paolo Andreatta)

L’AUTRICE – Melanie Raabe (madre tedesca, padre africano, originario della  Repubblica del Benin) è nata a Jena nel 1981, è cresciuta in un paesino di quattrocento anime della Turingia, ha trascorso l’adolescenza giocando a calcio e arrampicandosi sugli alberi in una cittadina della Vestfalia settentrionale e ha studiato Scienze della comunicazione e Letterature comparate a Bochum. Ha lavorato come giornalista e scritto testi teatrali e racconti. La trappola (Corbaccio) è il suo primo romanzo.

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