Amazon porterà alla fine delle librerie? Se lo sono chiesto editori (internazionali) e librai ospiti della prima edizione di Tribùk – Il reportage de ilLibraio.it

Nell’ambito della prima edizione di “Tribùk. Incontri tra editori e librai”, interessante iniziativa che per tre giorni ha visto protagonisti editori e librai, che si sono dati appuntamento ad Abano Terme, si è svolto stamattina un incontro dal titolo decisamente esplicito, “Amazon riuscirà a distruggere le librerie?”, moderato da Marco Cassini (già co-fondatore di minimum fax e ora responsabile di Sur).

A organizzare la manifestazione, che ha permesso agli editori di presentare direttamente il proprio catalogo e la propria idea di editoria ai librai, sono stati lo stesso Cassini insieme a Gianluca Catalano, Sandro Ferri, Giorgio Gizzi, Ester Hueting, Simona Olivito, Enrico Quaglia e Piero Rocchi.

All’inizio della giornata conclusiva, Ferri di E/o ha ricordato i timori con cui è partita l’iniziativa, “che forse voi librai sentite ancor più di noi editori”. Ma ha anche aggiunto che “questa di Abano Terme è stata l’occasione per incontrarci di persona”. Un’occasione destinata a ripetersi in futuro.

Tribùk. Incontri tra editori e librai

E veniamo all’incontro dedicato ad Amazon: a discutere di librerie e ecommerce, sono stati Lee Brackstone (creative director di Faber & Faber), Tom Kraushaar (editore di Klett-Cotta) e Chantal Restivo-Alessi (Chief Digital Officer and Executive Vice President International di Harper Collins).

Assente Liana Levi, ed è stato lo stesso Ferri a leggere il suo messaggio, legato alla situazione del mercato in Francia: “Un anno fa sarei stata più ottimista, circa la possibilità per i librai di arginare Amazon; oggi, invece, sono più pessimista”. Levi ha descritto il quadro delle librerie francesi, indipendenti e di catena, e quello legislativo, in particolare in relazione a sconti e promozioni, e ha sottolineato lo “scompiglio portato dall’arrivo di Amazon”, e le polemiche che non sono mancante. Ha poi sottolineato: “Oggi Amazon domina nell’ecommerce dei libri, e le case editrici francesi sono più o meno dipendenti da Amazon a seconda del tipo di produzione”. Solo nel 2016 il gigante di Seattle oltralpe “è cresciuto del 5,6% nelle vendite dei libri e, soprattutto nel secondo semestre, le librerie hanno sofferto. Colpa di Amazon? Dell’attesa pre-elettorale? Difficile affermarlo con certezza”.

tribuk

Nel suo intervento Tom Kraushaar ha prima raccontato la storia della sua casa editrice, e la sua produzione. E ha poi ricordato che “caratterialmente, e storicamente, i tedeschi temono il futuro, e temono dunque anche la crescita dell’ecommerce e di Amazon”. In Germania (dove l’associazione dei librai può contare su circa 3500 soci), però, “nell’ultimo anno il mercato librario è tornato a crescere, e l’ebook non ha ucciso la carta come si temeva qualche anno fa”. Negli ultimi 15 anni “si sono alternati momenti di crescita e altri negativi, e Amazon ha sicuramente avuto un ruolo crescente”.

La posizione dell’editore tedesco, che ha ricordato le polemiche sulle tasse pagate dal gigante dell’ecommerce, come pure il dibattito sulle condizioni dei lavoratori, è molto dura: “Amazon somiglia a un movimento populista, affamato di potere, anche se finge di essere democratico ed è abile a comunicare”. Il colosso fondato da Bezos è entrato nel mercato tedesco nel 2002 “ed è cresciuto rapidamente. Oggi ha una quota davvero molto significativa dell’ecommerce dei libri”. In tanti, in Germania, hanno sofferto per l’ascesa di Amazon, comprese le librerie di testi usati. Amazon, del resto, fa una concorrenza spietata ai librai, e anche le catene di librerie sono in difficoltà, mentre lo sono meno i negozi indipendenti”.

Questo per quel che riguarda Kraushaar. Va detto che, in un panel di questo tipo, molto critico –  sin dal titolo dell’incontro -, nei confronti di Amazon, sarebbe stato interessante sentire la versione del colosso americano.

E veniamo a Lee Brackstone, che dopo aver presentato la collana letteraria di cui si occupa, ha parlato di Amazon in Inghilterra, sottolineando sia gli aspetti negativi sia quelli positivi, e argomentando: “Il mercato librario è ripartito e sembra essersi stabilizzato, anche se anche da noi le catene di librerie hanno sofferto per l’arrivo di Amazon”.

Brackstone ha poi citato il caso di Waterstone’s, “che dopo anni difficili ha cambiato strategia ed è tornata a crescere. Lo stesso sta avvenendo alle realtà indipendenti, in netta ripresa”.

The Amazon logo is seen on a podium duri

Con Chantal Restivo-Alessi, italiana che lavora negli Stati Uniti, si è parlato del contesto americano e dello sviluppo internazionale di Harper Collins (anche in Italia, “dove puntiamo a sviluppare una casa editrice locale che pubblichi sia autori italiani sia bestseller internazionali”).

Harper Collins, che festeggia 200 anni di storia, è un gruppo molto vario, con ben 120 marchi. Spiega Chantal Restivo-Alessi: “Il mercato del libro cartaceo negli Usa è stabile. Negli ultimi due anni, com’è noto, si è assistito al calo delle vendite degli ebook. Il motivo? E’ cambiato il modello e il costo degli ebook è aumentato. Di conseguenza, sono tornate a crescere le vendite dei libri cartacei”.

Chantal Restivo-Alessi, che si occupa (anche) di digitale, non è però dispiaciuta del calo delle vendite digitali: “E’ importante che il mercato cartaceo sia solido, per poter contrattare con Amazon da un punto di vista di forza. E a noi editori, naturalmente, piace lavorare con le librerie, e vogliamo continuare a farlo”. Nel frattempo, però, “Amazon ha continuato a crescere anche negli Stati Uniti, perché continua a innovare. Ha creato una piattaforma focalizzata sul consumatore in tutti gli aspetti, è questa la sua vera forza”. Per l’editore “Amazon ha dunque dei meriti”. Ad esempio, “ha limitato la pirateria, e ha sviluppato, soprattutto nella fase iniziale, il mercato degli ebook”.


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Sempre Chantal Restivo-Alessi ha ricordato che “a soffrire negli Usa sono soprattutto le catene, e in particolare Barnes & Noble, che però non è crollata, e sta puntando su negozi più piccoli”. Del resto, “Amazon si è appropriata delle vendite del catalogo, e in generale le librerie diventano più piccole a livello di dimensioni”.

Sempre a proposito di negozi fisici, “il lettore americano ama sì la praticità e la velocità di Amazon, ma anche le librerie indipendenti, che riescono a creare una comunità. Ecco perché le librerie indipendenti negli Usa soffrono meno nonostante l’ascesa di Amazon”.

Chantal Restivo-Alessi ha parlato infine anche della crescita dei consumi degli audiolibri, che restano per ora “una nicchia”. Per lei, inoltre, “audiolibro non è, e non deve essere, sinonimo di Audible (società di proprietà di Amazon, ndr)”.

Il bilancio finale? Senza dubbio, dagli Usa all’Inghilterra, dalla Francia alla Germania, come pure in Italia, l’impatto che ha avuto Amazon sulla filiera del libro è stato, ed è, molto forte. Al momento, però, i relatori hanno tutti manifestato un “cauto ottimismo”. Senza dimenticare, però, che sarebbe un grave errore “abbassare la guardia” proprio adesso.

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