L’editoriale firmato da Stefano Mauri e Luigi Spagnol tratto dal nuovo numero della rivista “Il Libraio”, dedicato al decennale del Gruppo editoriale Mauri Spagnol

di Stefano Mauri e Luigi Spagnol 

Dieci anni fa nasceva il Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Due famiglie hanno messo insieme le loro case editrici all’insegna dei valori tramandati dai due fondatori, Luciano Mauri e Mario Spagnol: il rigore aziendale, la difesa della libertà e della creatività, la ricerca del talento. Quando siamo entrati nella Longanesi, alla fine degli anni ’80, eravamo gli impiegati numero 12 e 13 di una media e prestigiosa casa editrice che vendeva un milione di copie negli anni buoni. Grazie all’entusiasmo, alla ricerca della qualità e alla capacità di trasmettere ai lettori e agli autori il senso delle nostre scelte siamo diventati il secondo gruppo editoriale, con più di 160 dipendenti e circa 15 milioni di libri ed ebook venduti ogni anno, soprattutto grazie ad autori scoperti al loro esordio e portati al successo (nella foto sotto alcune delle nuove penne che vi abbiamo presentato quest’anno). Non siamo dunque un gruppo di derivazione finanziaria, ma eredi di una lunga tradizione editoriale che ha saputo capire quali erano i punti fermi e quali quelli da rinnovare di questo meraviglioso mestiere.

libraio

Alla Fiera di Francoforte, dove siamo più di trenta a cercare il meglio per le nostre case editrici, abbiamo festeggiato i dieci anni con 200 editori e agenti letterari di tutto il mondo e ne abbiamo approfittato per presentare l’ultimo romanzo dell’autore contemporaneo che più di ogni altro ha fatto da ponte tra la nostra cultura e quella tedesca, Non luogo a procedere di Claudio Magris. In quella occasione ci siamo definiti un bambino sulle spalle di un gigante, perché abbiamo solo 10 anni, ma la somma degli anni di vita delle singole case editrici del gruppo supera i 1.000 anni.

Vogliamo conservare quanto di meglio ci è stato tramandato da tutto questo lavoro ma farlo con lo spirito curioso e rinnovatore, ingenuo e a volte dissacrante di un bambino. Abbiamo difeso, soprattutto a Bruxelles, il diritto d’autore; e a Francoforte il commissario Oettinger a capo della digital information society ne ha riconosciuto l’importanza per l’Europa. Abbiamo difeso la libertà di espressione a parole e nei fatti; e leggi restrittive non sono passate. Abbiamo difeso il digitale senza mai perdere di vista il libro e senza mai credere che sarebbe stato soppiantato dall’ebook, e oggi si prende atto che il digitale è una modalità di fruizione del libro, non il suo becchino e i libri di carta sono ancora il veicolo prevalente in tutto il mondo. Abbiamo voluto festeggiare i nostri dieci anni con la domanda che farebbe un bambino. In tutto il mondo, molto più che in Italia, si spendono tanti soldi e tante energie per promuovere la lettura. I lettori di libri sanno che valore ha questa attività nella loro esistenza, ma nessuno si era mai posto la domanda in termini statistici: leggere libri fa bene o fa male all’individuo? È tale l’entusiasmo e la convinzione che mettiamo nel nostro lavoro che non abbiamo avuto paura di chiederlo a 1.100 persone in una ricerca da noi finanziata condotta dal Cesmer con l’università di Roma 3. Siamo molto contenti di quello che questa indagine ha scoperto. I lettori di libri sono mediamente più sereni dei non lettori. Sanno dominare meglio le emozioni negative come la rabbia e amplificare quelle positive. Sanno godere meglio del proprio tempo libero: adorano lo sport e le attività sociali, e in generale apprezzano di più ciò che fanno.

In 10 anni abbiamo venduto circa 150 milioni di libri, grazie ai diritti che abbiamo versato, i nostri autori possono permettersi di scrivere un altro milione di pagine che renderà i lettori mediamente più felici. Quindi quale regalo migliore di un libro che ci è piaciuto? Cominciando dai più giovani, con Olga di carta, uscita dalla straordinaria penna di Elisabetta Gnone, per i tipi della Salani, che quest’anno compie 153 anni.

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