Dopo le polemiche per la stroncatura su Repubblica e il dibattito sui social, Walter Siti si confronterà con Michela Marzano a Tempo di libri. Nel frattempo lo scrittore torna sulla dedica a Don Milani

Dopo le discussioni degli ultimi giorni, sui quotidiani e sui social, il nuovo romanzo di Walter Siti, Bruciare tutto, Rizzoli, continua a far discutere e Tempo di Libri cambia il programma per fare spazio a un incontro con l’autore e il libro tanto dibattuti al momento. 

In Alexis o il trattato della lotta vana, Marguerite Yourcenar osservava che è più difficile cedere una sola volta che non cedere mai. Era il 1929 e Alexis, musicista, dichiarava la propria omosessualità alla moglie. Don Leo, il prete protagonista di Bruciare tutto, il nuovo romanzo di Walter Siti, ha ceduto una volta, con un bambino, e poi i suoi gesti sono diventati pensieri. Le sue tentazioni durano anni, ma non cede nemmeno al bambino che gli si offre.

Nella sua recensione di Bruciare tutto, molto critica, su Repubblica, Michela Marzano ha sottolineato “il vanto dell’esplicito” e la possibilità, forse inaccettabile, di assoluzione che una storia dichiarata di immaginazione e di pura creazione regala all’autore. La letteratura ha le spalle forti: ma chi la letteratura la scrive, le ha forti allo stesso modo? E qual è il compito della critica (se ne ha ancora uno)?

Tempo di Libri porta questo dibattito in fiera: l’incontro Autostroncatura. È tempo di TuttoLibri, con Michela Murgia, Marcello Fois e Walter Siti diventa così Bruciamo tutti. A che riga è la salvezza? Oggetti della letteratura e oggetti della critica, domenica 23 aprile alle ore 12.30, Sala Bodoni, Pad 2. Un confronto, dunque, tra Walter Siti e Michela Marzano, coordinato da Bruno Ventavoli di TuttoLibri La Stampa (alla lettera X di approfondimenti), cui partecipano anche altri scrittori, critici e giornalisti tra cui Marcello Fois, Lorenzo Pavolini, Chiara Valerio e Alessandro Zaccuri.

Intervistato questa mattina proprio da Repubblica, tra l’altro, da Siti ha parlato anche della discussa dedica a Don Milani, e ha ammesso di aver “forse” forzato “l’interpretazione di alcune lettere in cui il linguaggio di Milani è al solito crudo e paradossale”.

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