Torna su ilLibraio.it la rubrica #LettureIndimenticabili. Yasmine Incretolli (nella foto), giovane esordiente, racconta i libri di Paola Capriolo, autrice fondamentale per la sua formazione: “La sua opera è composta da oltre venti testi, fra narrativa, saggistica e letteratura per ragazzi…”

Paola Capriolo è piccola di statura, e molto elegante. L’impressione iniziale lascia supporre di essere di fronte a una donna impettita, mentre l’abbigliamento designa un cauto riserbo.

Ricordo la sua timidezza davanti all’euforia di un’acerba scrittrice, pronunciante ringraziamenti accorati per il lavoro letterario da lei svolto fino ad allora.

Paola Capriolo

Paola Capriolo

Ho conosciuto infatti Paola Capriolo quando avevo vent’anni.

Torino. Premiazione di un bando letterario alla quale partecipava in quanto giurata. Incontrarla ha significato anzitutto l’avverarsi d’un proposito, ossia la possibilità d’intrattenermi con un’autrice che annovero fra le mie letture indimenticabili.

L’opera di Capriolo è composta da oltre venti testi, fra narrativa, saggistica e letteratura per ragazzi. Ne ho selezionati cinque a cui tengo particolarmente, cercando di mettere a fuoco gli aspetti che più hanno condizionato la mia passione per la sua prosa sapiente e aulica, e per le insolite storie, immancabilmente provviste d’una componente prodigiosa e incantatrice, sublimata da un’imprecisabile vena trasgressiva che durante la lettura s’avverte soffusamente, come una brezza. Mi rendo conto che il mio contributo, essendo plurimo, viola la regola di #lettureindimenticabili, ma ho preferito, piuttosto che concentrarmi su una singola opera, rendere omaggio a una parte della produzione d’una scrittrice che per me significa molto, e della quale ritengo si discuta troppo poco.

La grande Eulalia. Raccolta di stampo favolistico dalle sfumature ombrose, archetipo delle atmosfere che ricorreranno in buona parte dei suoi lavori. Il racconto che introduce (e intitola) l’antologia, è la confidenza drammatica di un’attrice teatrale, voce narrante d’una storia dagli esodi anderseniani: vi si sviscera la figura della domestica sgraziata che subisce una metamorfosi, in questo caso quasi mistica nel suo divenire agli occhi degli astanti una bellezza sinistra capace di ricordare gli angeli.

Il modello a cui si rifanno le protagoniste femminili di Capriolo è simile a quello già rappresentato da Dostoevskij nell’Idiota col personaggio di Nastas’ja Filippovna: donne la cui virtù viene corteggiata da un’ingannevole prospettiva d’elevazione, che le sentenzia a un infausto sviluppo lungo il percorso narrativo – in questo senso, considerando le note di grottesco che a volte emergono, si può individuare una vicinanza anche al Barbablù trascritto da Perrault.

Alla morte, infatti, sono condannate la servetta Miriam in Una luce nerissima, la domestica Milagro in Caino, e presumibilmente la stessa Eulalia, fuorviata dalla medesima sorgente a cui deve la propria palingenesi. La Capriolo svolge efficacemente l’indicazione lasciata da Poe nella prima metà dell’ottocento, rintracciabile nel saggio dedicato alle tecniche di scrittura La filosofia della composizione. Qui lo scrittore perora, giustappunto, la morte di una donna come un dispositivo letterario di sicuro effetto.

E l’effetto sussiste, altroché. Quello talismanico dell’immolazione d’una donna a cui è stata scongiurata la totale mercificazione delle virtù. Ecco perché gli assassini nelle opere di Capriolo acquisiscono accezioni religiose, quasi salvifiche.

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Riferimenti alla cultura ebraica, alla dimensione biblica e al tema della salvezza, emergono nei succitati Una luce nerissima, favola nera che rielabora il mito del golem, e Caino, storia domestica e denuncia anti-capitalista concentrata su Max, moderno Caino ed eccelso pubblicitario, la cui rabbia scaturisce dall’impenetrabilità della dolce Milagro, che nella sua innocenza somiglia ad Abele.

Anche in Mi ricordo, romanzo della memoria narrato su piani temporali diversi – il presente e gli anni trenta –, la condizione del popolo ebraico è centrale: indagata nel momento più drammatico della propria storia collettiva attraverso le voci di due giovani donne, costituisce un asse del romanzo secondo per importanza solo alla costante presenza di uno stato d’animo, la nostalgia. La stessa che Adela testimonia di provare nei riguardi dello sfuggente maestro, in una lettera rinvenuta nel poderoso carteggio che Sonja trova nella casa dove lavora come governante:

“È un notturno di Chopin… brano che scrisse quando aveva appena diciannove anni … il giovane musicista inviò alla sorella rimasta in Polonia questo notturno che è come una lunga lettera in musica, dove in fondo le dice e le ripete una cosa sola: mi ricordo.”

Quello musicale è del resto un altro topos dell’opera di Capriolo. Nobilitato pienamente nel romanzo corale Il pianista muto, ispirato a un reale fatto di cronaca, dove l’ennesima donna di cura, in questo caso l’infermiera Nadine, s’imbatte, sulla spiaggia che è solita frequentare durante il tempo libero, in un giovane privo di sensi che si rivelerà un pianista dal talento “ultraterreno”, col quale rimpiazzerà la mancanza di parola. Concludendo il cerchio, si può in effetti interpretare il prigioniero del racconto Il gigante nell’antologia La grande Eulalia un proto-pianista, considerando l’esperire della musica come una possibile alternativa al linguaggio.

LA RUBRICALetture impossibili da dimenticare, rivelatrici, appassionanti. Libri che giocano un ruolo importante nelle nostre vite, letti durante l’adolescenza, o da adulti. Romanzi, saggi, raccolte di poesie, classici, anche testi poco conosciuti, in cui ci si è imbattuti a un certo punto dell’esistenza, magari per caso. Letture che, perché no, ci hanno fatto scoprire un’autrice o un autore, di ieri o di oggi.
Ispirandoci a una rubrica estiva del Guardian, A book that changed me, rifacendosi anche al volume curato da Romano Montroni per Longanesi, I libri ti cambiano la vita. Cento scrittori raccontano cento capolavori, abbiamo pensato di proporre a scrittori, saggisti, editori, editor, traduttori, librai, bibliotecari, critici letterari, ma anche a personaggi della cultura, della scienza, dello spettacolo, dell’arte, dell’economia, della scuola, di raccontare un libro a cui sono particolarmente legati. Un’occasione per condividere con altri lettori un momento speciale.

L’AUTRICE – Yasmin Incretolli – classe 1992 – è una giovane esordiente che ha ottenuto la Menzione speciale al Premio Calvino 2015 con il suo primo romanzo: Mescolo tutto (pubblicato da Tunuè). La storia è quella di Maria, una diciannovenne autolesionista che si innamora di Chus, vent’anni e un’indole da teppista. La loro storia degenera velocemente in una dipendenza, e quando Maria viene lasciata, decide di scappare verso il nord del paese, dove incontrerà i personaggi più curiosi. Il tutto è raccontato in una lingua originale; quella di Yasmin è una scrittura d’altri tempi: aulica, ricercata e quasi barocca.

copertina incretolli mescolo tutto

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