“Per rispondere alle richieste e non lasciare indietro il lavoro ho rinunciato alla vita sociale. Ora sto cercando un equilibrio per gestire tutto”, spiega Zerocalcare intervistato da ilLibraio.it. Il celebre fumettista, infatti, tornato in libreria con “Macerie Prime” (primo atto di una narrazione che si concluderà con un secondo volume in uscita in primavera), racconta alcuni aspetti più intimi della sua vita, a partire dalle richieste dei fan e dalla dedizione al lavoro. E ammette: “Non ho idea di dove sarò tra dieci anni”…

Zerocalcarepseudonimo di Michele Rech, torna in libreria con Macerie prime (Bao Publishing), primo atto di una narrazione che si concluderà con un secondo volume in uscita in primavera. Il celebre fumettista romano classe ’83, autore di graphic novel bestseller come La profezia dell’armadillo (da cui sarà tratto il film diretto da Emanuele Scaringi e prodotta da Fandango e RaiCinema, scritto da Oscar Glioti, Pietro Martinelli, Valerio Mastandrea oltre che dallo stesso Zerocalcare, ndr) e Kobane Calling, scrive e disegna un’opera più intima che mai, su quello che sono i sogni per il futuro e lo scontro con la realtà che, inesorabile, distrugge le aspettative.

Protagonisti un gruppo di amici, quelli di Zerocalcare, che ruotano attorno al mondo dei centri sociali cari all’autore e le illusioni e disillusioni con cui si confrontano, ormai più che trentenni, spesso con lavori precari. Un’opera corale che è già stata definita “ritratto di una generazione”, ma che in realtà è forse il lavoro più personale del fumettista.

zerocalcare macerie prime

Nonostante Zerocalcare non sia da solo al centro della narrazione, come invece ci aveva abituati in passato, l’intento non è certo quello demagogico del manifesto generazionale. Piuttosto si tratta di una riflessione su quello che è credere in un ideale e non ricevere l’attenzione e il riconoscimento che ai auspica. Il tutto acuito dall’ambientazione postapocalittica, leggibile come metafora della stasi di questo periodo storico.

zerocalcare macerie prime

Macerie prime è la prima parte di una narrazione che si concluderà tra sei mesi, in primavera. Da dove nasce la necessità di separare i due volumi?
“Ci sono due ragioni. La prima è narrativa: quando ho lavorato alla storia ho pensato a due atti, separati tra loro da sei mesi. Lo stesso ‘stacco’ temporale che il lettore dovrà vivere tra i due volumi. Mi piaceva l’idea che il distacco fosse lo stesso che provano i personaggi. La seconda è una ragione pratica, altrimenti sarebbe stato un libro di quattrocento pagine”.

In un’intervista a Robinson ha raccontato di ricevere numerose richieste d’aiuto da parte di fan che le chiedono di fare da testimone ad attività e campagne…
“Approfitto della premessa per chiarire un dettaglio, perché a parlare di ‘richieste d’aiuto’ sembro Padre Pio. Chi ha a cuore una causa sa che per portarla all’attenzione dei media è utile avere un portavoce conosciuto. Credo sia doveroso seguire questa strada, ma se il terminale di tutte le richieste è una persona sola, per questo testimone diventa davvero difficile…”.

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Per un autore come lei, impegnato politicamente, non deve essere facile rifiutare le richieste…
“Infatti è così, soprattutto perché molte provengono da persone che conosco e che mi sono vicine”.

Come riesce a bilanciare la vita pubblica, fatta di attività come portavoce e presentazioni, ma anche di messaggi e richieste, e il tempo dedicato alla stesura dei fumetti?
“Per rispondere alle richieste e non lasciare indietro il lavoro ho rinunciato alla vita sociale. Ora sto cercando un equilibrio per gestire tutto, altrimenti rischio di arrivare a un punto di non ritorno”.

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Recentemente ha anche parlato della sua routine lavorativa, definita dalla dedizione e dalla programmazione: da dove nasce questa disciplina?
“Non c’è modo per fare altrimenti. Quando mi rendo conto di una scadenza faccio una stima dei giorni mancanti e della quantità di lavoro che devo svolgere quotidianamente per portare a termine l’impegno preso, nel tempo stabilito. Se si è fatto un altro lavoro, non sembra poi così pesante disegnare da casa”.

Tra dieci anni si vede ancora a scrivere fumetti?
“Non ho idea di dove sarò tra dieci anni, ma mi piacerebbe provare a occuparmi di cartoni animati. Mi interesserebbe anche continuare a fare fumetti, ma ho un dubbio: visto che invecchiano con me, ci sarà ancora qualcuno che mi leggerà? Temo lo scollamento d’età tra me e i miei personaggi e chi mi legge. Anche se, ovviamente, spero che chi mi legge ora continui a farlo in futuro, invecchiando con me”.

Ci sono opere che l’hanno influenzata nella stesura di Macerie Prime?
“Questa storia è una conseguenza di quelle precedenti, ma l’ambientazione postapocalittica probabilmente deriva anche da molti libri che ho letto negli ultimi anni e che ho apprezzato”.

Ha raccontato che quando disegna è solito guardare serie tv: cos’ha visto lavorando a Macerie Prime?
“Premetto che le serie più belle le tengo da parte per quando sto cenando. Ultimamente ho visto Agents of S.H.I.E.L.D. e Blacklist“.

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