Alberto Savinio in “Scatola sonora” si rivela un critico musicale ironico e fantasioso, gli piace abbandonarsi ad apparenti divagazioni, è attento alla relazione fra musica e inconscio e vede nella musica un modo per approcciare l’ignoto e l’indicibile

Scatola sonora (Il Saggiatore) di Alberto Savinio, scrittore, pittore, compositore, fratello minore di Giorgio De Chirico, raccoglie gli scritti musicali, composti fra gli anni venti e il secondo dopoguerra: Savinio si rivela non meno estroso come critico musicale, che come pittore, poeta, drammaturgo e musicista. Savinio è ironico e fantasioso, ama abbandonarsi ad apparenti divagazioni, indaga la relazione fra musica e inconscio e vede nella musica qualcosa di metafisico e insieme reale, un modo di approcciare l’ignoto e l’indicibile.

alberto savinio scatola sonora

La musica è un’idea, mai un fatto. È straniera nel nostro mondo, una temibile intrusa. Come possiamo del resto conoscere e fidarci di ciò che ignora gli interessi umani? Eppure ne facciamo materia di studio e dissertazione, illusi di possederla quando è lei a possedere noi, inevitabilmente. Perché il suo fascino è proporzionale alla violenza con la quale vanifica ogni nostra aspirazione, disattende ogni aspettativa, e riconduce là dove la ricerca spasmodica dell’utile ci impediva di approdare: al cuore stesso dell’ignoto. Tale è la musica per Alberto Savinio: rivelazione metafisica reale, anche se indicibile. Reale proprio perché indicibile.

Come parlarne, allora? Da artisti, è la risposta che emerge dai resoconti di Alberto Savinio dell’intensa vita musicale della prima metà del Novecento. Perché, a suo dire, la critica non può limitarsi a dare giudizi, ha un compito più alto: inventare. Così, nelle vesti di critico musicale, Savinio non dismette i mezzi maturati come pittore, poeta, drammaturgo e musicista, li orchestra in una prosa sopraffina e tagliente che, mescolando parole a immagini e suoni, riporta sempre l’ascolto alla dimensione ineffabile del puro incontro estetico. La fantasia e l’ironia si sostituiscono all’informazione e alla descrizione, mentre improvvise divagazioni in apparenza “fuori tema” trasformano la cronaca in riflessione generale su temi sociali e culturali, fucina di originali valori artistici.

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