Intervista a Clara Sánchez autrice di Entra nella mia vita ISBN:9788811686996

Nel suo nuovo romanzo, Entra nella mia vita, Clara Sánchez racconta la storia di Veronica, a partire dalla sua infanzia. A Madrid, in un pomeriggio d’estate, la piccola Veronica approfitta di un breve momento di solitudine per spiare tra le cose dei genitori. Apre una cartella piena di documenti e scorge una foto. Ritrae una ragazzina poco più grande di lei, con un caschetto biondo e un pallone tra le mani. La bimba è confusa, ma il suo intuito le suggerisce che è meglio non fare domande, non adesso che la mamma è sempre triste. Anno dopo anno, Veronica diventa una donna, decisa e tenace, e non può più fare finta di niente. La malattia della madre la costringe a fare i conti con un passato di cui non sa nulla, un passato rubato, che la avvicina sempre di più alla bambina misteriosa della fotografia. Ritrovarla è l’unica strada per raggiungere la verità che, forse, ha un prezzo troppo alto. E quando Veronica la trova, ormai donna anche lei, capisce che il mistero è tutt’altro che svelato. Ma soprattutto capisce che c’è qualcuno disposto a tutto pur di ostacolare la sua ricerca. Abbiamo intervistato l’autrice.

D. Nel suo romanzo leggiamo di un capitolo terribile della cronaca degli anni Ottanta, il rapimento in culla. Perché ha deciso di affrontare questo argomento?

R. Mia figlia è nata negli anni Ottanta, quando in Spagna i bambini venivano rubati in silenzio tramite una rete di medici, suore, denaro e molti intermediari. Mi chiedevo come avrei vissuto io, se mi fosse capitata una cosa del genere. Probabilmente avrei tentato di rimanere sana di mente e di cercare mia figlia, come fa Betty in Entra nella mia vita e come hanno fatto molte altre madri che sono state costrette a girare di città in città e sono diventate veri e propri detective, come quelli dei film, alla ricerca dei loro figli. Volevo scrivere di persone che lottano per l’amore e non per l’avidità.

D. Ha fatto molte ricerche sulla compravendita dei neonati?

R. Questa storia è basata su fatti realmente accaduti, ma prende in considerazione ciò che sta dietro la storia, quello di cui i giornali non parlano. Non ho mai voluto scrivere un romanzo o un saggio di taglio giornalistico sui bambini rubati, ma volevo avvicinarmi a una famiglia forte e debole allo stesso tempo, alla quale è successa una cosa terribile, che la costringe a fare cose che una famiglia normale non farebbe mai. Daniel, Betty e Veronica vivono dominati da un grande stress psicologico e, talvolta, devono ricorrere alla violenza fisica. Non ho scritto il romanzo con tristezza, ma con rabbia.

D. Come nei suoi romanzi precedenti, anche in Entra nella mia vita, la componente del segreto che viene riportato alla luce è fondamentale. Ci dice qualcosa di questa famiglia spagnola?

R. L’immagine che è esplosa nella mia testa, era quella di una casa del tutto normale in una sera d’estate, quando una bambina trova una foto che non avrebbe dovuto trovare. Questa bambina si chiama Veronica e, all’età di diciassette anni, non avrà altra scelta che diventare una detective atipica, in cerca della sorella che venne sottratta, diciannove anni prima, subito dopo la nascita. Nel frattempo, Laura, la sorella rubata, vive senza sapere che la stanno cercando e che, in qualsiasi momento, il suo mondo potrebbe crollare. Veronica riuscirà finalmente a incontrarla? Avrà il coraggio di dirle tutta la verità? E quanto la famiglia di Laura è coinvolta nel complotto?

D. Ha tratto ispirazione da qualcuno in particolare per creare i personaggi?

R. Veronica è la ragazza che mi sarebbe piaciuto essere a diciassette anni. Avrei voluto avere la sua stessa determinazione e franchezza. L’ho vista un giorno per strada. Era una brunetta, forte e determinata. Correva furiosamente dietro a un ladro che le aveva rubato la borsetta, e quando lo ha raggiunto, lo ha preso a calci e lo ha buttato per terra lungo disteso. La stavo osservando con grande ammirazione e quando ho iniziato a scrivere Entra nella mia vita, lei si è materializzata davanti a me. Penso che ci sarebbe davvero tanto bisogno di molte Veroniche nella nostre vite.

D. Come ha cominciato a scrivere? Ci può dire qualcosa sul suo metodo di scrittura? Ha abitudini particolari?

R. Le storie dei romanzi sono come i libretti dell’opera, servono a sostenere la voce del cantante. Invento storie per parlare di qualcosa che mi piace o che non mi piace. In questo momento quello che mi angoscia maggiormente, è che ho dovuto smettere di fare affidamento sul mio direttore di banca, sui politici… insomma tutti diffidiamo di tutti e, senza la fiducia, non possiamo né vivere né innamorarci davvero. Questo romanzo parla della lotta tra fiducia e sfiducia. Alla famiglia di Entra nella mia vita è stata strappata una figlia e quella meravigliosa sensazione di fiducia. Questa è una storia di inganno, tradimento e amore.

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