Il regista Pedro Almodóvar ha annunciato tra i suoi futuri progetti un adattamento di alcuni racconti tratti dalla raccolta cult “La donna che scriveva racconti” di Lucia Berlin – I particolari

Pedro Almodóvar, celebre regista e sceneggiatore spagnolo, ha rivelato a Indiewire i suoi prossimi progetti cinematografici; tra questi, spicca l’adattamento de La donna che scriveva racconti (Bollati Boringhieri, traduzione di Federica Aceto), raccolta di storie brevi di Lucia Berlin, autrice di culto.

La raccolta si compone di 43 racconti ed è un insieme di ritratti di personaggi diversi tra loro, per sesso, etnia, colore e censo, raccontati da una donna che ha avuto una vita difficile, una donna con moltissimi punti di contatto con la stessa Berlin.

La donna che scriveva racconti (il cui titolo originale è A manual for Cleaning Women, a ripresa di uno dei personaggi presenti narrati) ha riscosso successo negli Usa e nel resto del mondo (Italia compresa) solo diversi anni dopo la morte dell’autrice (avvenuta nel 2004). Accostata ad autori come Carver e Munro, Berlin crebbe negli insediamenti minerari del Midwest degli Stati Uniti e si trasferì in Texas con la famiglia quando il padre entrò in guerra. Dopo il Texas venne il Cile, dove Berlin conobbe una vita di eventi mondani, infine di nuovo gli Stati Uniti con New York e poi Oakland.

All’età di 32 anni Berlin era già stata sposata tre volte e aveva quattro figli maschi; una vita movimentata dalla quale prese ispirazione per le proprie storie. Esponente dell'”auto-fiction”, Berlin stessa definiva la sua narrativa una trasformazione della realtà. Almodóvar aveva già espresso apprezzamento per La donna che scriveva racconti nel 2016, dichiarando a Volture: “(…) è incredibile, divertente e triste. La realtà che racconta è molto triste”.

Questo sarà il primo lungometraggio in lingua inglese per il regista spagnolo. Almodóvar, che adatterà cinque racconti, ambientati a Oakland, (Texas) e in Messico, si è espresso nuovamente sulla raccolta, dicendo che “è un libro eccezionale” e che Berlin “non è così diversa da Alice Munro” (dalla cui opera il regista ha preso ispirazione per il film Julieta) “Era alcolizzata e sposò un drogato. Una donna molto complicata”.

L’ultimo film di Almodóvar, Dolor y Gloria, ha ricevuto due nomination agli Oscar 2020: miglior attore per Antonio Banderas e miglior film in lingua straniera. Selezionato anche per la Palma d’oro al Festival di Cannes del 2019, il film ha condotto Banderas alla vittoria del premio come migliore attore e Alberto Iglesias a quella per la migliore colonna sonora.

Questo progetto seguirà a un altro adattamento che sarà girato in lingua inglese, un cortometraggio basato sull’opera teatrale La voce umana di Jean Cocteau e che sarà interpretato dall’attrice Tilda Swinton. Almodóvar ha espresso a Indiewire il suo desiderio di terminare il progetto con Swinton in tempo per proiettarlo al circuito dei festival autunnali, in modo da poter iniziare la produzione del lungometraggio prima della fine dell’anno.

Di Lucia Berlin Bollati Boringhieri ha pubblicato anche l’altra raccolta, Sera in paradiso, e il memoir Welcome Home.

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