La scrittrice statunitense, di discendenza cinese, parla con Il Libraio del suo nuovo romanzo, in cui narra le vicende di una cortigiana depositaria dei segreti del sesso…

Amy Tan, come nasce “La valle delle meraviglie” (Salani)?
“In modo curioso: era impegnata nella stesura di un altro romanzo quando mi sono imbattuta in un libro sulla Shanghai del 1900 nel quale ho trovato una foto che ritraeva dieci donne vestite in modo particolare. Lo stile di quegli abiti mi ha ricordato un’immagine di mia nonna che indossava vestiti simili. Le donne di quella foto erano cortigiane. Mi sono domandata se anche mia nonna lo sia stata in un periodo della sua vita. Quindi ho iniziato a fare ricerche su quel mondo e sulla Cina del periodo. Con il risultato che ho abbandonato il precedente romanzo per iniziare questo. Ma ci sono voluti otto anni per concluderlo…”

 Il legame (e il difficile rapporto) tra madre e figlia è centrale nel suo romanzo. È un tema che le sta particolarmente a cuore?
“Si tratta di un rapporto complesso, eterno e affascinante. La protagonista, Violet, trascorre la propria vita nel tentativo di conquistare disperatamente le attenzioni e l’affetto materno. Anche nella mia famiglia il legame tra madri e figlie è sempre stato difficile: mia madre aveva nove anni quando ha perso la sua che morì suicida e, a sua volta, ha abbandonato noi tre figlie. Sono fatti che hanno segnato la vita di molti di noi”.

Violet le assomiglia?
“Sì, come me è anticonformista, indipendente e un po’ egocentrica. Imparerà presto a essere forte e a contare sulle sue sole forze. Così potrà sopravvivere alle difficoltà e alle delusioni della vita”.

Il titolo del suo romanzo è quello di un quadro che ritrae un paesaggio enigmatico…
“Questo quadro esiste veramente e rappresenta per la madre di Violet il ricordo del grande amore che ha sconvolto la sua vita e per Violet la spiegazione del mistero legato alla sua nascita. Il quadro per me rappresenta l’espressione del nostro mondo interiore. Secondo un’interpretazione religiosa, è legato al mito delle sette valli che attraversiamo nel corso della nostra vita: la valle delle meraviglie è la penultima, e precede quella della morte”.

Parliamo del suo rapporto con la scrittura. In quale parte della giornata preferisce lavorare ai suoi libri?
“Dopo mezzanotte, quando sono circondata dal silenzio. Durante il giorno, che sia a casa o in viaggio, porto sempre con me una serie di taccuini su cui prendo nota delle mie idee o di semplici impressioni. Penso al mio romanzo ogni sera prima di andare a dormire e immagino che cosa dirà o farà un personaggio. Poi rileggo i miei appunti e comincio a scrivere”.

Cosa può anticipare sul suo prossimo romanzo?
“Si chiamerà ‘The memory of desire’, e sarà ambientato a San Francisco. Avrà la Cina sullo sfondo e parlerà di due rami di una famiglia, uno che parte per San Francisco, dove condurrà una vita migliore di quello che rimarrà in Cina. La storia è ispirata a un episodio accaduto alla mia famiglia, legato all’eredità di una casa intesa come oggetto e quindi proprietà, ma anche come simbolo spirituale per i valori che rappresenta. I temi principali saranno il desiderio e l’avidità”.

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