La Apple è un osservato speciale, e il nuovo Ceo Tim Cook, successore di Jobs, ha dovuto raccogliere un pesante scettro. Arriva in libreria un’inchiesta che semina il dubbio sugli effettivi successi del dopo-Jobs.

Quel mercoledì dell’ottobre 2011, sull’impero calò il silenzio. In tutto il mondo, gli Apple Store fecero uscire i clienti e chiusero le serrande. A Tokyo era notte, ma gli impiegati erano al negozio. Piangevano. Tutti raccolti davanti agli schermi per seguire i funerali di Steve Jobs. Oltre al dolore per la scomparsa del loro leader visionario, una domanda vorticava nelle loro menti, mentre i Coldplay chiudevano la cerimonia sulle note di Viva la vida. Cosa succederà adesso?  Cosa succederà alla Apple è anche la domanda che scuote da allora i mondi degli affari e della tecnologia.

La Apple è un osservato speciale, e il nuovo Ceo Tim Cook, successore di Jobs, ha dovuto raccogliere un pesante scettro. Ogni suo insuccesso viene letto come segnale di declino, e i successi vengono vivisezionati, in cerca della crepa che si aprirà per inghiottire quella che con Jobs è stata l’azienda dieci passi avanti al resto del mondo.

Piemme

 

A più di tre anni di distanza, arriva nelle librerie italiane per Piemme Dopo Steve Jobs – Come (non) sopravvivere a un genio, un’inchiesta di Yukari Iwatani Kane basata su cinque anni di ricerche e centinaia di interviste a ex dirigenti, soci d’affari e osservatori fornisce un’analisi della situazione, svelandone retroscena e tensioni, e seminando il dubbio sugli effettivi successi del dopo-Jobs.

Il video del celebre discorso di Steve Jobs ai neolaureati di Stanford nel 2005:

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