La protagonista della “Storia di Sima” di Bijan Zarmandili è una donna bellissima: figlia di ricchi esuli iraniani, vive a Roma, dove ha sposato un famoso architetto. Ma non trova pace, ovunque vada si sente straniera e dentro di lei cresce un desiderio proibito, ma irresistibile…

Sima la protagonista di Storia di Sima (Nottetempo) il nuovo romanzo di Bijan Zarmandili – scrittore che conosce bene tanto il mondo iraniano che quello italiano, essendo nato a Teheran nel 1941, e vivendo da esule a Roma dal 1960, a causa della sua attività politica della sinistra iraniana – con la sua bellezza irregolare, la sua opacità emotiva e l’aura di indifferenza nei confronti della vita, è ieratica e inquietante come una sfinge. Il marchio di Sima è il suo strabismo di Venere: un segno di distanza dalle cose e di deviazione dello sguardo che la rende ancor più impenetrabile, e – mette in guardia Bijan Zarmandili – sembra inscriverle il destino negli occhi.
storia di sima Bijan Zarmandili
Nata da una ricca coppia di iraniani espatriati a Londra, Sima è vissuta in un ambiente agiato e anaffettivo, tra una madre depressa e un padre assorbito dai suoi affari in Borsa. A Roma, dove è arrivata per sfuggire alla famiglia, si è ricostruita un piccolo nido borghese con Stefano, facoltoso architetto incontrato all’università, e il figlio Dario. Ma Sima non è nata per l’idillio: e la “Straniera” – sempre distante, sempre altrove – a un certo punto cede al richiamo dei suoi demoni.
Dario, ormai adolescente, diventa la sua ossessione, il suo desiderio proibito e, in una vertiginosa attrazione per il vuoto, Sima finirà per avventurarsi su una strada senza ritorno.
Bijan Zarmandili mostra la sua protagonista consapevole di quanto le accade, ma incapace di resistere, mentre passa le notti a guardare il corpo seminudo del figlio scomposto nel sonno, e si accorge che in fondo quella scena così familiare non le interessa più. Che desidera altro.

 

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