In un quartiere di Cagliari il bookcrossing arriva nella lavanderia San Giacomo: clienti interessati, anche se non mancano piccoli problemi…

Il fenomeno del bookcrossing è una pratica che, da qualche tempo, si sta diffondendo a macchia d’olio anche in Italia; ma come sarebbe in lavanderia? Su ilLibraio.it il racconto di Stefano, collaboratore della lavanderia San Giacomo di Cagliari (il titolare della lavanderia, promotore del progetto, è Gianmarco Musso, ndr).

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Gli inizi dello scambio di libri in lavanderia

“Abbiamo iniziato a settembre del 2012. L’idea era quella di offrire agli abitanti del quartiere Villanova e ai clienti della lavanderia un servizio aggiuntivo, una maniera alternativa di utilizzare e riciclare il tempo e far circolare la cultura. Oltretutto, l’idea era partita in un periodo in cui a Cagliari non esisteva ancora questo tipo di attività”.

lavanderia

Come hanno reagito i clienti

Ci racconta: “Da parte dei clienti l’iniziativa è stata accolta con grande curiosità: gran parte delle persone che entravano in lavanderia si fermavano a leggere il regolamento del bookcrossing e a sbirciare tra i testi proposti. Poi, pian piano, hanno cominciato a scambiare i propri libri, ma anche a leggerli, per ingannare l’attesa tra un giro di lavatrice e uno di essiccatore”.

Come tutte le novità, inizialmente ci si può imbattere in qualche problema o in comportamenti poco corretti: “Alcuni clienti se ne approfittano per liberarsi di testi obsoleti, difficilmente appetibili, e che avevano finito per essere dei meri soprammobili impolverati nelle case. Per non parlare di quelle persone, solitamente non clienti, che prendono un testo e se ne vanno, o dicono che ne porteranno un altro ma poi non lo fanno. Il problema di fondo, forse, è che il concetto di bene comune resta ancora un po’ distante dalla nostra cultura. E così spesso capita che sia io a ravvivare la libreria con testi nuovi o usati”.

Lo scopo del bookcrossing in lavanderia

Stefano conclude raccontandoci lo scopo della sua iniziativa: “Lungi dal voler essere, il nostro, un progetto pedagogico-formativo, vuole invece cercare di contribuire a creare un minimo di coscienza civica e di condivisione di un bene comune come la cultura, bevanda dello spirito (ancora più dissetante se gratuita) attraverso il nostro servizio aggiuntivo di booksharing”.

DA LEGGERE: La capitale italiana del bookcrossing

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