Su ilLibraio.it lo scrittore Cosimo Argentina racconta con quale stato d’animo sta iniziando il suo 29esimo anno di insegnamento (precario), mentre proseguono le polemiche sulla “buona scuola” e i professori “deportati”. E conferma il suo stile sincero, crudo e politicamente scorretto: “Noi insegnanti siamo una piaga sociale che suppura anno dopo anno e non si risanerà nemmeno con un novello Alexander Fleming alla pubblica istruzione…”. Eppure, nonostante tutti i problemi, resta la passione… – Il suo racconto

Altro giro, altra corsa. Me ne vado per la mia strada cambiando destinazione per la ventinovesima volta. Lascio un agrario da combattimento e finisco in un liceo socio economico, quello che una volta era chiamato brutalmente magistrale e sfornava maestrine da competizione.

Entro di fatto nella BUONA SCUOLA e sì che mica lo sapevo che fino ad ora m’ero avvoltolato nella cattiva, di scuola. È che i politici sono dei geni nel trovar dei titoli. Dovrebbero essere assunti nelle case editrici o nelle redazioni dei quotidiani. Buona scuola segue altri slogan… diritto al successo… la scuola meritocratica… la scuola che vogliamo! … e compagnia bella.

Ci dev’esser del buono sì, non lo metto in dubbio. Ora entri in un’aula e al posto della lavagna c’è la LIM. Gli alunni fotografano gli esercizi. Se un prof scrive alla LIM studiare a pagina 8 e fare gli esercizi 2,3,4 e 5 quelli mica si sbattono a ricopiare. Macché! Una foto e via. Fotografano tutto. Il culo della supplente di storia dell’arte, il mocio sui baffi di quello di scienze, gli appunti rimpiccioliti vera salvezza durante la verifica di latino.

Sui giornali si stracciano le vesti per gli esodi da Sud a Nord… io l’ho fatto nel 1990 e non sono ci ho lasciato le penne. Ma, ATTENZIONE, avevo ventisei anni e una fottuta voglia di andarmene di casa, girarmi l’Italia in lungo e in largo e frullare le ali su un po’ di fiorellini. Lo farei adesso che di anni ne ho cinquantadue? Dice bene Marco Lodoli, uno che di scuola se ne intende! Strappa un cinquantenne da Vignacastrisi e mandalo a calci nel culo fino a Olgiate Comasco. Non è esattamente la stessa cosa. Artrite reumatoide, cisti ovariche, brucellosi…

E poi c’è questo fuggi fuggi dai presidi spericolati. Quello che ho beccato io mi sembra un hombre carismatico (ama la lettura e questo è già un diadema in una fogna), ma se dovessi fare la conta di quanti balordi ho intercettato nella mia vita ce la staremmo qui a contare per almeno una mezza dozzina di pagine. Il preside fa e disfa e poi c’è una oscura commissione che ne giudica l’operato. Ma chi è quello spaziale? Quello che incrementa le iscrizioni? Quello che ha il più alto tasso di promozioni? Quello con gli sponsor a parargli le chiappe? Quello che ha mandato in orbita un tot di alunni del quinto anno?

Mi chiama ‘sto amico…

Ehi, Cosimo, sono in ansia… spero di rientrare nel contingente della fase C!

Oè, Johnny, fa’ che siamo in guerra e sei un ardimentoso mosso da patriottico desio! Va’ che qui stanno rimescolando le carte e non vorrei essere un uccello del male, ma a te ti vedo fuori, numeri alla mano!

Noi insegnanti siamo una piaga sociale che suppura anno dopo anno e non si risanerà nemmeno con un novello Alexander Fleming alla pubblica istruzione. Aumentiamo come cucciolate di cagne bastarde e chiediamo asilo politico negli asili comunali e nei ricoveri della pubblica istruzione. Non credo verranno cancellate le graduatorie permanenti e credo ad una valanga di ricorsi perché noi viviamo con la carta bollata incollata al sedere. Siamo nati con un cicerone da leccare. È sopravvivenza, la nostra. Siamo disposti a tutto pur di evitare smarronate. In fondo non chiediamo altro che trenta ragazzini che ci sputino in faccia per nove mesi. Chiediamo un tot di genitori che vengano a raccontarci della genialità del figlio BES e dei conflitti familiari perché quello stronzo dell’ex marito si porta a casa una troia in tacchi a spillo. E Ciccio ne soffre perciò come diavolo fa a studiare diritto per il venerdì mattina?

Fatto sta che domani mi tocca correggere una vagonata di test dei debitori perché quella che mi ha preceduto era una tagliatrice di teste. Ha scatenato l’inferno e poi se l’è data a gambe e adesso spetta al sottoscritto suturare le ferite di tutti i rambo rimasti sul campo di battaglia.

Ma noi è questo che chiediamo, o no?

 

L’AUTORE – Lo scrittore Cosimo Argentina (Taranto, 1963) nel 1990 si è trasferito in Brianza, dove vive ed insegna. Ha esordito nel 1999 con il romanzo Il cadetto (Marsilio). Tra i suoi romanzi, Cuore di cuoio ( Sironi, 2004, poi riproposto da Fandango nel 2010), Maschio adulto solitario (Manni, 2008, forse la sua opera più significativa), Vicolo dell’acciaio (Fandango, 2010), Per sempre carnivori (minimum fax, 2013) e L’umano sistema fognario (Manni, 2014). Ha scritto anche un libro sul mondo della scuola, Beata ignoranza (Fandango 2009).

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