Scrivere un libro sull’Alzheimer, tratto da un’esperienza biografica e che faccia anche divertire il lettore, potrebbe apparire un’impresa impossibile. Eppure Rachel Khong, con il suo romanzo d’esordio, “Bye bye vitamine!”, ci è riuscita. Raccontando la storia di Ruth, che ritorna a casa dei genitori per le vacanze di Natale e alla fine ci resta per aiutare il padre malato di Alzheimer, ma anche per riscoprire la sua vera identità e fare i conti con il passato familiare…

Scrivere un libro sull’Alzheimer, tratto da un’esperienza biografica e che faccia anche divertire il lettore, potrebbe apparire un’impresa impossibile. Eppure Rachel Khong, con il suo romanzo d’esordio, Bye bye vitamine! (NN editore, traduzione di Silvia Rota Sperti), ci è riuscita.

Laureatasi a Yale e alla University of Florida, Khong ha lavorato come giornalista ed è stata executive editor della rivista di cucina Lucky Peach. Come Ruth, la protagonista del suo romanzo, vive a San Francisco ed è originaria della California meridionale e proprio come Ruth ha conosciuto il morbo di Alzheimer da vicino prendendosi cura di un parente malato.

In Bye bye vitamine! Ruth ritorna a casa dei genitori per le vacanze di Natale e alla fine ci resta per aiutare il padre, ma anche per riscoprire la sua vera identità.

Rachel Khong

La protagonista del libro, infatti, ha appena rotto con il suo fidanzato storico, Joel. L’uomo per cui ha interrotto gli studi. Lo stesso per cui si è trasferita prima in Connecticut e poi di nuovo in California. La persona con cui ha condiviso case, letti, ma soprattutto esperienze e ricordi. E proprio a partire dai ricordi Ruth ricostruisce la propria storia e quella della sua famiglia.

Da un lato ci sono gli eventi quotidiani, dall’altro i ricordi del passato con Joel e, a fare da inframezzo umoristico, ci pensano le annotazioni su eventi di cui è stata protagonista da bambina e che suo padre ha raccolto in un taccuino. Il romanzo stesso, per raccogliere i flussi di memorie, ha la forma di un diario che segue l’anno di Ruth a casa dei genitori.

Ci sono momenti dalla forte portata emotiva che Rachel Khong riesce a racchiudere anche in una sola frase come: “Oggi papà tira fuori di nuovo Joel. Sa che non è più il mio fidanzato, tranne quando non lo sa”. In sole cinque parole condensa un piccolo universo famigliare: una figlia il cui padre non riesce nemmeno a ricordare un’informazione così importante e dall’altro un genitore sopraffatto dalla malattia.

Ma accanto a queste scene ce ne sono alcune dall’alto tasso comico: il padre di Ruth che lancia i suoi vestiti per il vicinato, oppure la decisione improvvisa di padre e figlia di comprare un girarrosto visto in una televendita.

Una dualità che è tipica della vita: quante volte ci è capitato di trovare piccoli momenti di felicità, o anche solo di ilarità in periodi desolati? Il contrasto tra i due aspetti accomuna anche le letture di Rachel Khong, che infatti ha raccontato di apprezzare particolarmente “i libri che riescono a bilanciare umorismo e tristezza”.

Scissa e talvolta difficile da accettare per la protagonista è anche l’identità del padre, che da lei è sempre stato percepito come un eroe, ma che ha alle spalle un periodo di abusi e tradimenti. Per evitare il confronto con la realtà per anni è stata lontana dalla famiglia: “Volevo preservare il mio ricordo di un padre perfetto. Non volevo conoscere i dispiaceri che aveva causato a mia madre. Non volevo essere costretta a prendere posizione”. Ma la malattia del genitore la costringe a confrontarsi con il passato del padre, oltre che con la madre e il fratello.

Perché, come è scritto in Bye bye vitamine!, “le cose nascono quando c’è condivisione. E muoiono quando smetti di condividere”. E questo vale anche per le famiglie.

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