Su ilLibraio.it la scrittrice Roberta Marasco racconta con ironia l’incredibile mondo delle chat tra genitori…

1. La ONG

Per ricordarsi il motivo originario per cui è stata creata bisogna leggere il nome del gruppo, dentro però è tutto un fiorire di buone azioni e nobili cause. “Potete per favore mettere un like a questo video? L’ha fatto il figlio della cugina di un’amica di mia cognata e per lui è tanto importante.” Segue inesorabile una mitragliata di nuovi messaggi:

“Fatto”
“Fatto”
“Fatto”
“Fatto”
“Fatto”
“Fatto”.
C’è anche la variante “Fatto” con occhiolino, che rende tutto vagamente truffaldino, ma nessuno sembra badarci troppo.
Oppure: “Il fratello della Claudia vende biglietti della lotteria per pagarsi la gita di quinta liceo. Qualcuno ne vuole uno? Si vince un fine settimana a Corsico.”
“Io”
“Anch’io”
“Tienimene da parte due”
“Per me tre”
“Te ne prendo cinque, appena ci vediamo te li pago”
“Ho sempre sognato di vedere Corsico”.
Come in tutti gli enti di beneficenza che si rispettino, la chat è teatro di ringraziamenti sperticati e smancerie assortite, ma poi quando ci si incontra per strada di solito si fa finta di non conoscersi.

2. La Cartella clinica

Vi si trovano in rigoroso ordine cronologico tutte le malattie, le indisposizioni e i malesseri dei compagni di sport di tuo figlio, che per qualche misterioso motivo sentono il bisogno di scriverlo nel gruppo e non direttamente all’allenatore, si sa mai che gli altri genitori decidano di assumere un investigatore privato per scoprire il motivo dell’assenza.
“Oggi Marcolino non verrà all’allenamento, ha un po’ di mal di pancia.” E anche qui segue pronto il cordoglio degli altri genitori, che con ogni probabilità non sanno neanche che faccia abbia Marco.
“Poverino”
“Che si rimetta presto”
“Tanti baci a Marco”
“Anche il figlio della mia amica che vive a Napoli ha avuto la gastroenterite due mesi fa”
“Mi sa che sta girando”
“Prova con un’infusione di camomilla appena raccolta, limone biologico e decotto di corteccia di quercia dei Pirenei, se ce l’hai sotto mano”
“Ti sei scordato di nuovo il latte porca miseria”
“Oh scusate ho sbagliato chat”.

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3. La Webcam

Esistono. Sono in mezzo a noi. Le madri che filmano tutta la recita scolastica di fine anno inquadrando solo il figlio che fa la parte del sasso e poi postano il video nella chat intasandoti il cellulare. Oppure i padri che quando i figli vanno in gita scattano foto a raffica dal portone di scuola all’autobus e poi le pubblicano tutte, tutte, anche quella in cui si vede solo la gamba dell’autista, nella chat.
O quei pomeriggi in cui mandate vostro figlio a giocare da un amico per poter lavorare in pace e ogni due secondi squilla il telefono con una foto del pargolo che gioca, fa merenda, legge, gioca di nuovo, beve, gioca, mangia, si scaccola insieme all’amico, e quale genitore con un po’ di cuore non risponderebbe “Che carini” “Grazie” “Quanto si divertono” “Spero che si stia comportando bene” “Quella non è Coca Cola? Perché preferirei che non la bevesse” “Oh avete un gatto? Credo che mio figlio sia allergico” a ogni singolo messaggio della madre premurosa?
Poi c’è la colonia estiva, quando vostra figlia sta via una settimana e non compare in nessuna, assolutamente nessuna delle foto che arrivano nella chat, e proprio quando vi siete convinte che l’abbiano scordata all’autogrill ne arriva una in cui finalmente compare, sullo sfondo, sì è proprio lei, e ha l’espressione più triste e afflitta che abbiate mai visto.

4 L’Ufficio oggetti smarriti

Efficace proprio come un qualsiasi Ufficio oggetti smarriti, dove è noto che non si trova mai un tubo. “Qualcuno di voi ha trovato per caso un grembiule azzurro a quadretti con sopra Paperino? È di Luca, grazie.” “Non avete mica visto un porta panini dell’uomo ragno con un angolo scheggiato? È di Luca, grazie.” “Se nello zaino di vostro figlio c’è un maglione nuovo di pacca a righe verdi e blu con l’etichetta ‘Luca Bottani Via De Amicis 24 Tel. 3387502854 Mail: c.bottani@libero.it lavoro al ferramenta che fa angolo con la scuola’ è di Luca, GRAZIE.”
C’è solo una certezza nella chat Ufficio oggetti smarriti e sono i messaggi che seguono il primo.
“Nello zaino di Chiara non c’era”
“Non l’ho trovato”
“Non l’ho visto”
“No, mi spiace”
“No, mi spiace”
“No, mi spiace”
“No, mi spiace”
“Guardo e ti faccio sapere”
“Giorgio mi dice che non l’ha visto”
“Ho guardato, non c’era”1
“Cazzo, ti sei dimenticato di nuovo il latte”
“No, mi spiace”
“Scusate, ho sbagliato chat.”

5. Il Servomuto

È la chat dei sogni di qualunque genitore. Ci si scorda perfino della sua esistenza. Tanto che alla fine quando ti serve qualcosa fai prima a chiederlo direttamente a una mamma davanti alla scuola, piuttosto che metterti a cercare il gruppo, che chissà dove è finito e come cavolo si chiamava.
Ogni tanto però squilla anche lui.
“Il latte, accidenti, hai scordato di comprare il latte.”
“Scusate, ho sbagliato chat.”

IL LIBRO E L’AUTRICE – Le regole del tè e dell’amore (in libreria per Tre60) è l’ultimo libro di Roberta Marasco. L’amore di Elisa per il tè risale alla sua infanzia. È stata sua madre a insegnarle tutte le regole per preparare questa bevanda e ad associare, come per gioco, ogni persona a una varietà di tè. Daniele, il suo unico grande amore, è tornato dopo tanto tempo. Ma Elisa ha imparato da sua madre a non fidarsi della felicità, a non lasciarsi andare mai, perché il prezzo da pagare potrebbe essere molto alto. Prima di tutto dovrà trovare se stessa, poi potrà capire se Daniele può renderla felice. Quando trova per caso una vecchia scatola di tè con un’etichetta che riporta la scritta ROCCAMORI, il nome di un antico borgo umbro, Elisa ne è certa: si tratta del tè proibito della madre, quello che le fece provare solo una volta e che, lei lo sente, nasconde più di un segreto. Forse proprio lì, in quel borgo antico, Elisa potrà trovare le risposte che cerca e imparare a lasciarsi andare e a fidarsi dell’amore, guidata dall’aroma e dalle regole del tè…

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