Fino al 5 giugno, a Stupinigi (To) si tiene “Regine & Re di Cuochi”, una grande mostra dedicata all’alta cucina italiana e ad alcuni dei suoi più grandi interpreti: sotto i riflettori ci saranno le vite, le storie e il lavoro di alcuni dei cuochi più famosi…

Regine e Re di Cuochi. Quando la cucina diventa arte.

In un’epoca in cui i media sono letteralmente invasi dalla cucina e gli chef sono diventati delle vere e proprie star, c’è chi ha raccolto la sfida di raccontare la cucina d’autore italiana in un modo del tutto nuovo, considerandola non solo parte integrante della nostra cultura, ma una forma d’arte.

Nasce così Regine & Re di Cuochi, la prima grande mostra dedicata all’alta cucina italiana e ad alcuni dei suoi più grandi interpreti. Come la musica, la letteratura, il teatro, l’arte, la moda o il design, la cucina rappresenta una delle più apprezzate forme di creatività del nostro paese, in quanto espressione dell’identità, della storia, delle tradizioni e dei valori della nostra società.

“Il cibo è cultura, lo ripetiamo spesso, eppure non sappiamo darci ragione di una certa riluttanza ad affiancare la cultura materiale a quella con la ‘C’ maiuscola: all’arte, alla letteratura o alla musica, per esempio. È sufficiente, però, condividere un pezzo di strada con i nostri protagonisti per scoprire l’immenso patrimonio che si cela dietro a un piatto o, meglio ancora, a un pasto preparato da un cuoco di valore. L’affermazione ‘il cibo è cultura’ si riempie immediatamente di significato, se si è capaci di osservare il percorso che porta dalla terra, dalla materia prima, fino al servizio di un piatto”, scrive Marco Bolasco, coordinatore del comitato scientifico di Regine e Re di Cuochi.

In scena fino al 5 giugno 2016 alla Palazzina di Caccia di Stupinigi (Nichelino, Torino), Regine & Re di Cuochi nasce per volontà di Ventundodici, società che si occupa dell’organizzazione di eventi legati all’arte, e che in questa occasione si è affidata ad alcuni dei maggiori esperti italiani di enogastronomia: Marco Bolasco (direttore editoriale di Piattoforte Giunti), Elisia Menduni, Bob Noto, Nicola Perullo, Fabio Rizzari, Massimiliano Tonelli ed Erica Battellani (segreteria generale del comitato).

Il percorso espositivo si snoda in uno spazio di oltre 2mila metri quadrati, suddivisi in sette sezioni: Cucina come cultura; La tavola inizia al mercato; Due millenni di cucina italiana; Regine & Re di Cuochi; La creazione del gusto; Il teatro del piatto; Scenari Futuri.
Il corpus centrale della mostra è dedicato a 33 grandi cuochi moderni e contemporanei, scelti fra i più significativi interpreti dell’evoluzione dell’alta cucina italiana: Massimiliano Alajmo, Guido e Lidia Alciati, Matteo Baronetto, Heinz Beck, Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo, Giuseppe e Mirella Cantarelli, Moreno Cedroni, Enrico e Roberto Cerea, Antonello Colonna, Carlo Cracco, Enrico Crippa, Pino Cuttaia, Gennaro Esposito, Alfonso ed Ernesto Iaccarino, Antonia Klugmann, Paolo Lopriore, Valentino Marcattilii, Gualtiero Marchesi, Aimo e Nadia Moroni, Norbert Niederkofler, Davide Oldani, Angelo Paracucchi, Pier Giorgio Parini, Fabio Picchi, Valeria Piccini, Fulvio Pierangelini, Niko Romito, Nadia e Giovanni Santini, Davide Scabin, Salvatore Tassa, Mauro Uliassi, Gianfranco Vissani.

L’idea è quella di provare a mettere sotto i riflettori le vite, le storie, il lavoro di questi affascinanti personaggi, attraverso un coinvolgente percorso espositivo, caratterizzato dall’utilizzo di una tecnologia multimediale e interattiva, in cui il visitatore può perdersi e divertirsi, giocare e istruirsi. Video in altissima definizione e fotografia d’autore sono i grandi protagonisti di questa esposizione, che tuttavia raccoglie anche moltissimi oggetti degli chef protagonisti, dalle pentole professionali alle porcellane di design, fino ai ricordi di famiglia e ai simboli che ne raccontano le passioni. E così Fulvio Pierangelini racconta le Quattro Stagioni di Vivaldi attraverso le sue ricette, Salvatore Tassa racconta la sua personalità esponendo l’affumicatoio realizzato con le proprie mani e lo scarico della sua Ducati 916, mentre lo stile di Massimiliano Alajmo è rappresentato dai disegni preparatori dei suoi piatti, dalle magnifiche immagini di queste creazioni e dagli oggetti di design per la tavola progettati dallo stesso chef.

A corredo delle mostra un ricco ed esaustivo catalogo edito da GAmm Giunti, che non si limita a ripercorrere la mostra, ma ne approfondisce ulteriormente i contenuti, diventando un volume unico nel suo genere, una sorta di enciclopedia dedicata alla storia dell’alta cucina italiana e ai suoi più grandi interpreti.

L’AUTRICE – Erica Battellani è giornalista gastronomica, curatrice di viadeigourmet.it.

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