Dopo il successo di “Maestra”, Lisa Hilton torna con “Domina”, che vede ancora protagonista Judith Rashleigh: personaggio indubbiamente negativo, ma dal fascino irresistibile…

Nel primo capitolo della trilogia di Lisa Hilton, Maestra (pubblicato in 42 paesi del mondo e che solo in Italia, dove è stato proposto da Longanesi, ha venduto oltre 100mila copie), i lettori hanno fatto la conoscenza di un’eroina decisamente politicamente scorretta, Judith Rashleigh, femminista, sovversiva, personaggio indubbiamente negativo, ma dal fascino irresistibile.

Domina

In Domina, secondo romanzo della serie, Judith Rashleigh ha finalmente realizzato il suo sogno: aprire una galleria d’arte a Venezia. In fuga dai crimini commessi in passato, vive e lavora sotto falso nome nella speranza di aver messo ordine nella sua vita. Ma un omicidio, al quale Judith non sembra collegata, la trascina di nuovo nel mondo spietato che pensava di essersi lasciata alle spalle. Dalla collezione d’arte segreta di un oligarca alla temibile malavita in Serbia, dalla campagna inglese alla Calabria, sembra davvero vicina al successo tanto desiderato, ma forse il prezzo da pagare è troppo alto.

Lisa Hilton, autrice inglese classe ’74 (figlia di due insegnanti del liceo, laureata a Oxford, ha studiato Storia dell’Arte a Firenze e a Parigi), anche in questo nuovo romanzo utilizza come pigmalione artistico un grande maestro della pittura di ogni tempo: dove Maestra aveva illuminato i tratti di modernità delle opere e dell’esistenza di Artemisia Gentileschi, Domina indaga i lati oscuri e perversi dell’animo umano attraverso le tele e la vita di Caravaggio.

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