È appena uscita la terza stagione di “The Handmaid’s Tale” e dopo l’estate sarà la volta del romanzo “The Testaments”, sequel de “Il racconto dell’ancella”. Ma le novità non sono finite: pubblicato nel 1969, anche il primo romanzo di Margaret Atwood presto diventerà una serie tv

A pochi giorni dall’uscita della terza stagione di The Handmaid’s Tale su Hulu e TimVision, Margaret Atwood fa di nuovo parlare di sé.

Questa volta non per l’attesa uscita del suo ultimo romanzo, The Testaments (che sarà tradotto in Italia da Ponte alle Grazie in autunno), sequel de Il racconto dell’ancella (Ponte alle Grazie, traduzione di Camillo Pennati). E nemmeno per quella della serie televisiva Netflix ispirata a L’altra Grace (Ponte alle Grazie, traduzione di Margherita Giacobino).

La donna da mangiare è l’esordio editoriale dalla Atwood, datato 1969; dopo cinquantanni, diventerà una serie grazie agli accordi con Entertainment One. Come si può leggere su Literary Hub, l’adattamento sarà prodotto da Francine Zuckerman di Z Films e Karen Shaw di Quarterlife Crisis Productions.

Pubblicato 16 anni prima de Il racconto dell’ancella, il primo libro della Atwood non si discosta troppo per alcuni dei temi, nonostante trama e ambientazione siano diversi. Infatti, in La donna da mangiare viene raccontata la storia di una giovane donna canadese spiritosa e ben educata, Marian McAlpin: ha un lavoro insoddisfacente, un’amica femminista con cui divide l’appartamento e un fidanzato di nome Peter.

Da un giorno all’altro, Marian impazzisce, o almeno così crede, perché smette improvvisamente di mangiare: non riesce più a capire la differenza fra sé e il cibo, vive con il terrore di poter essere divorata dai colleghi, dagli amici e dal fidanzato. Perciò, per non farsi mangiare, non mangia, e da qui inizia un’avventura tragicomica contro tutti i suoi potenziali divoratori. Il racconto è un’esplorazione di tutte quelle restrizioni che i tradizionali ruoli di genere attribuiscono alle donne e alle loro vite.

Fotografia header: Margaret Atwood (foto di Jean-Malek)

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