Håkan Nesser – Guanda – 528 pagine – ISBN:9788860884855

L’interesse del pubblico italiano per il giallo scandinavo non accenna a calare e ha indotto il nostro mercato editoriale a proporre una selezione sempre più ampia di titoli nordici. Questa singolare varietà rende la scelta di un lettore piuttosto difficile; è quasi superfluo sottolineare che la nazionalità di un autore non è di per sé garanzia di buona qualità letteraria: accanto a polizieschi di ottima fattura, non è raro imbattersi in libri mediocri pubblicati soltanto per sfruttare l’onda lunga generata dal successo di “Millennium”. Tra le novità più interessanti merita sicuramente una segnalazione Era tutta un’altra storia dello svedese Hakan Nesser, la cui fama – almeno in Italia – si mantiene ben al di sotto dei suoi effettivi meriti. Protagonista del romanzo è Gunnar Barbarotti, ispettore di chiare origini italiane, chiamato a risolvere un caso che lo vede coinvolto in prima persona: tutte le volte che l’assassino si appresta a colpire, l’ispettore riceve infatti una lettera con l’indicazione del nome della vittima. L’insolito modus operandi sconcerta il profiler, le forze dell’ordine, ma soprattutto Barbarotti, che non sa spiegarsi perché proprio lui sia stato scelto come destinatario di queste lettere tristemente profetiche. L’indagine investigativa prosegue per oltre cinquecento pagine senza cadute di stile o di ritmo. La trama è solida e si sviluppa su più fronti: Era tutta un’altra storia non si esaurisce nel plot giallo, ma si allarga alla dimensione privata del protagonista, che sta per lasciarsi definitivamente alle spalle le macerie di un matrimonio fallito. Se Mankell predilige la rappresentazione sociale della Svezia e Larsson punta tutto sulla formula “americana” dei colpi di scena e dell’azione senza sosta, Nesser mostra di essere in primo luogo un attento conoscitore delle debolezze umane. Il suo investigatore è tutt’altro che un uomo infallibile; Barbarotti è spesso impulsivo, insicuro e ha una certa tendenza a cacciarsi nei guai. Sa poi essere piacevolmente autoironico e con la sua fantasia costruisce immagini mentali così bizzarre da strappare più di un sorriso al lettore. La nota comica è affidata però, in primis, al commissario Asunander, irresistibile macchietta dai modi dittatoriali e dalla dentiera a dir poco traballante. Nesser ci fa divertire e ci tiene sulla corda, ammaliandoci con la sua voce pacata che non conosce esagerazioni né fretta.

14 luglio 2009

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