Quando a Fabio viene diagnosticato un tumore al quarto stadio, inizia quello che lui definisce il periodo più felice della sua vita. Sembra una brutta provocazione, ma non lo è. “La vita in più” non è la storia di una malattia, ma quella di una guarigione dell’anima, il diario vero di chi, coraggiosamente, ha fatto i conti con se stesso, ha mostrato senza vergogna le sue debolezze, ha chiuso le crepe ed è ripartito rinnovato…

“Ho commesso tanti peccati, il più grave è  stato quello di desiderare la mia morte”.

Quando a Fabio viene diagnosticato un tumore al quarto stadio, inizia quello che lui definisce il periodo più felice della sua vita. Sembra una brutta provocazione, ma non lo è. La vita in più di Fabio Rizzoli (Mondadori) è un racconto vero su una negoziazione con la propria esistenza, e ogni parola è onesta, di un’onestà quasi violenta che entra sotto la pelle di chi legge.

la vita in più

La diagnosi è uno shock, soprattutto per un uomo da anni afflitto dalla depressione, sconfitto dal senso di impotenza che non gli permetteva di trovare nulla di buono, che valesse la pena, accarezzando l’idea del suicidio. La morte, invocata come ultimo traguardo di quiete, compare all’orizzonte, una preghiera lugubre improvvisamente esaudita.

E allora, inaspettatamente, nei mesi di degenza, durante le terapie che gonfiano e scuotono il corpo, inizia un percorso nuovo. È il corpo che comanda, il corpo impone tempi e regole, dettando condizioni che finiscono per predominare sulla mente. 

Ogni giorno una routine di visite, cure, progressi, ogni giorno carezze di persone care, memorie di amicizie lunghe una vita, regali da scartare e messaggi da leggere: la scoperta dell’amore. Ogni giorno una nuova alba, che costringe all’ascolto del corpo, a un ritorno alle origini, a una consapevolezza più profonda di sé, all’esercizio profondo di dare un nome nuovo all’esistenza. 

“Il tumore mi aveva condotto alle soglie di una coscienza espansa”.

La malattia porta alla scoperta di affetti che diventano valori su cui ricostruire, e non importa che gli amori finiscano o le giornate portino con sé i soliti problemi, la vita diventa un’alba dopo l’altra che annulla distanze e spazi: la malattia cambia Fabio fin dalle radici e lo conduce a una nuova visione di se stesso, una visione che ha un senso, finalmente. Gli regala una vita in più, nella quale credere ancora, con affetto per se stesso, e con la consapevolezza di un patrimonio di amore da dare. 

“Non volevo più separarmi dalla sensazione di ricevere in ogni istante qualcosa dal mondo”.

Scegliere la vita: rendersi conto di essere vivi non è solo riappropriarsi di tutte le proprie funzioni, in un corpo che recupera la propria salute, è anche abbandonare ricordi, fardelli pesanti, guardare alla possibilità che il mondo offre, miliardi di ragioni per continuare a vivere, nel migliore dei modi. Abbandonare dietro di sé il proprio cadavere, spogliandosi di un io che non si riconosce più, di legami che non appartengono più. Salvare affetti, amicizie, con la possibilità di aprirsi all’altro, ognuno con le sue debolezze. E soprattutto accettare che la vita ha i suoi rischi, che sono degni di essere corsi, e ha bisogno di nuovi giorni da creare.

“L’alba aveva partorito una nuova vita, la precedente mi sembrava di averla già dimenticata, senza alcun rimpianto”.

Fabio Rizzoli fa dono di un’avventura umana molto forte e lo fa con sincerità e con grande generosità. La vita in più non è la storia di una malattia, ma è la storia di una guarigione dell’anima, il diario vero di chi coraggiosamente ha fatto i conti con se stesso, ha mostrato senza vergogna le sue debolezze, ha chiuso le crepe ed è ripartito rinnovato, ricco di una vita in più da vivere meglio. 

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