Al Festival della Comunicazione di Camogli Andrea Fontana presenta il suo nuovo saggio, dal titolo “#Iocredoallesirene. Come vivere (e bene!) in un mare di fake news”

Si discute quotidianamente di fake news, spesso associate ai social network (che non sono però il solo mezzo con cui esse si propagano). E ora arriva in libreria per Hoepli il saggio #Iocredoallesirene. Come vivere (e bene!) in un mare di fake news. A firmarlo, Andrea Fontana, saggista e sociologo della comunicazione e dei media narrativi, ed esperto di Corporate Storytelling.

#Iocredoallesirene. Come vivere (e bene!) in un mare di fake news

Sabato 9 settembre, alle 12.30, alla Terrazza delle Idee, Fontana presenterà il libro nell’ambito del Festival della Comunicazione di Camogli (7-10 settembre 2017) in un incontro dal titolo “Walter White non abita più qui. ‘Connettersi’ nella Post-Verità: limiti, vizi e virtù delle iper-relazioni”.

Ma qual è la tesi del libro? Rispetto alle “false notizie” alcuni ritengono che da una parte ci sia la verità, posseduta dalla critica illuminata, e dall’altra la falsità del popolo dei creduloni. Fontana sfida il lettore a mettere in discussione questa posizione e affronta il tema da un altro punto di vista, chidendosi: e se le fake news fossero solo letteratura fantastica, da trattare come tale? Le fake news non sarebbero “false notizie”, ma “notizie falsate”, non solo manipolate ma anche errare o travisate. Secondo l’autore viviamo infatti in un mondo fatto di finzione positiva ed è la nostra mente a creare mondi immaginati, fake appunto, che ci coinvolgono socialmente.

Attraverso i giochi di una bambina di 4 anni, i tweet del CERN sulla “Forza”, la foto virale di Strasky e Hutch invecchiati, le scoperte di un ricercatore della NOAA sulle scimmie acquatiche, le monete di Re Fidone, i poster dello Zio Sam e molti altri esempi, nel libro si racconta come il fake sia ormai la cifra del nostro stare al mondo. Non solo sinonimo di imbroglio ma, oggi più che mai, anche sintomo di una serie di ansie apicali legate alla nostra contemporaneità, dispersa su più piattaforme di conoscenza e dominata dalle logiche dei deep media. Da questo punto di vista le fake news diventano un modo diverso di fare i conti con la realtà, sempre più sospesa tra funzionalità, polarizzazioni affettive e condivisione sociale.

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