“Il segreto è fermarsi, guardarsi dentro e farsi delle domande per reinventare se stessi e identificare un progetto di vita che ci assomigli e che sentiamo davvero nostro. È un percorso alla portata di tutti, a patto che ci si metta impegno, costanza e metodo”. ilLibraio.it ha intervistato la francese Raphaëlle Giordano, autrice di bestseller come “La felicità arriva quando scegli di cambiare vita” e “La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola”

Non sono tanti, nell’editoria contemporanea, i libri di successo in grado di “resistere” per mesi nei piani alti delle classifiche di vendita. I romanzi della francese Raphaëlle Giordano fanno parte di questa ristretta categoria: il suo La felicità arriva quando scegli di cambiare vita (Garzanti, traduzione di S. Arena) – già bestseller in Francia – lo è anche da noi, e anche La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola  – il suo precedente libro – è molto apprezzato. Parigina, classe ’74, ha cominciato lavorando in un’agenzia di comunicazione, per poi dare una svolta alla sua carriera (e alla sua vita).

Raphaëlle Giordano, cosa pensa colpisca i suoi lettori delle storie che racconta?
“Penso che il mio successo sia dovuto in gran parte alla capacità di identificazione dei lettori. Non è difficile ritrovarsi nelle mie storie che parlano di persone comuni e di quello che tutti viviamo quasi quotidianamente. In particolare, il mio punto di partenza sono sempre le problematiche esistenziali e mi lascio ispirare dalle grandi domande con cui, prima o poi, siamo costretti a confrontarci: qual è il modo migliore per realizzarmi? Come posso imboccare la strada giusta per raggiungere la felicità e l’amore? Credo siano proprio questi aspetti a dare respiro universale ai miei romanzi”.

Lei descrive alcuni trucchi per raggiungere la tanto agognata felicità, grazie anche all’aiuto di Camille, la protagonista. Ma non è tutta teoria: come ha cambiato la sua vita, a riguardo?
“A essere sincera, Camille è la portavoce delle mie idee. Attraverso il suo personaggio, ho voluto condividere con i miei lettori un lungo lavoro su me stessa durato quasi 15 anni, anche se, ci tengo a precisare, il mio primo romanzo non è autobiografico, è solo ispirato al mio vissuto personale. Come Camille, anch’io, intorno ai trent’anni, ho sentito di dover dare una svolta alla mia vita e ho cambiato radicalmente direzione, seguendo gli stessi consigli di cui parlo ne La tua seconda vita comincia quando credi di averne una sola. Il segreto è fermarsi, guardarsi dentro e farsi delle domande per reinventare se stessi e identificare un progetto di vita che ci assomigli e che sentiamo davvero nostro. Solo così possiamo tirar fuori la versione migliore di noi stessi. È per questo che ne La tua seconda vita comincia quando credi di averne una sola, ho voluto prendere per mano i lettori e disegnare un percorso di cambiamento che avesse un inizio, uno svolgimento e una fine, perché è così che possiamo innescare una serie di trasformazioni precise a più livelli, da quello più semplice (fare un bilancio di noi stessi e dell’ambiente in cui viviamo e ci muoviamo) e quello più complesso (proiettarsi nel futuro e mettere in campo strategie e mezzi per raggiungere un determinato obiettivo). È un percorso alla portata di tutti, a patto che ci si metta impegno, costanza e metodo. Tutti sforzi che alla fine saranno ricompensati”.

A rendere pieno di ostacoli il cammino verso la felicità, probabilmente c’è anche il fatto che è difficile definirla. Qual è la sua idea di felicità?
“Per me, la felicità è un concetto fluido. Sarebbe ingenuo dire che piova dal cielo o che basti una bacchetta magica per raggiungerla. Proprio come uno scultore che per realizzare la propria opera deve lavorare e affinare un blocco grezzo di argilla, così dobbiamo fare con noi stessi per conquistare la felicità. E felicità significa fare della nostra vita un’opera d’arte. Ci vuole tempo e tanto impegno, bisogna cesellare la propria visione del mondo e cercare di eliminare gli ostacoli, di rendere possibile anche l’impossibile, mettendo in campo risorse e obiettivi ben definiti. E poi esiste una definizione di felicità per ognuno di noi: sta a noi trovarla senza imitare il vicino, altrimenti si rischia di restare bloccati su posizioni che non ci appartengono”.

Premesso questo, come si procede?
“Per farlo dobbiamo innanzitutto chiederci che cosa ci riempie di gioia e ci fa sentire realizzati e, soprattutto, dobbiamo abbandonare i falsi miti, come quello della felicità legata al denaro. Sono gli eroi quotidiani a doverci ispirare. Gli eroi anonimi che fanno del bene alla comunità in cui vivono. Tutto parte dalla consapevolezza delle nostre qualità individuali che ci permettono di offrire al mondo la versione migliore di noi stessi. Questa è la felicità”.

Perché, per raggiungerla, è fondamentale non prendersi troppo sul serio?
“È indispensabile mettere tutto in prospettiva. Prendersi troppo sul serio porta a un dispendio di energie eccessivo e controproducente per la ricerca della felicità, che è una vera e propria sfida. Il segreto sta ne rimboccarsi le maniche e per farlo serve energia. Un’energia che possiamo trovare nella creatività e nell’entusiasmo che ci aiutano a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e a non compromettere i nostri slanci positivi”.

Il suo libro è stato “adottato” da alcuni psicologi, come lettura di “accompagnamento” alla terapia. Per lei che, oltre che scrittrice, è anche una coach, dev’essere una bella soddisfazione…
“Certamente, è straordinario pensare che un libro possa essere adottato in sede di terapia. E sono stata molto felice di poter condividere idee e pratiche che ho usato io stessa e che hanno fatto la differenza per me che sono una persona comune, una come tanti. Mi sono resa conto che più le idee sono concrete, più aiutano la nostra trasformazione mentale, portando a una vera e propria metamorfosi comportamentale. Non esiste terapia migliore di quella che ci mette di fronte a obiettivi concreti e realizzabili, che però hanno anche un valore metaforico. È questo il motivo per cui ho raccontato i miei esperimenti ludici. Perché parlano alla spirito e incoraggiano il cambiamento anche negli altri”.

C’è un altro tema che lei affronta, l’arroganza: pensa che sia uno dei problemi della nostra società?
“Nel mio secondo libro, La felicità arriva quando scegli di cambiare vita, si parla appunto di arroganza in una società come la nostra, in cui, nel mondo del lavoro come pure nell’universo familiare, sono sempre i rapporti di forza a prevalere. Anche questi sono del tutto controproducenti. Ci sono ancora persone che nel quotidiano incontrano grandi difficoltà e non riescono, a causa delle pressioni della società, a mostrare quella versione migliore di se stessi che è alla base della felicità. Ne La felicità arriva quando scegli di cambiare vita ho voluto incoraggiare i lettori a farsi ambasciatori dell’anti-arroganza, vale a dire che ognuno di noi deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio modo di porsi agli altri. Così, può diventare un elemento chiave per combattere anche la più piccola forma di violenza, che spesso viene banalizzata, e per creare legami forti e relazioni fondamentali. Se ciascuno si impegna a promuovere la creatività, il rispetto, la benevolenza, l’entusiasmo e lo spirito di collaborazione si può arrivare molto lontano e raggiungere forme di convivenza pacifica e produttiva. Accettare le differenze significa farne un punto di forza e una ricchezza”.

Chiudiamo con le sue passioni da lettrice.
“Sono sempre stata una grande lettrice, soprattutto di quei romanzi che puntano sulla psicologia dei personaggi e testimoniano di storie umane e commoventi. Negli anni, ho letto classici antichi e contemporanei: René Barjavel, Émile Zola, Gustave Leroux, Stefan Zweig. In realtà, i miei interessi sono eterogenei perché tutti i grandi autori sono fonte di ispirazione e, a loro modo, ci insegnano qualcosa. Di recente, mi sono divertita a leggere David Foenkinos, Anna Gavalda, Barbara Constantine. L’ultimo libro che ho letto è stata La treccia di Laetitia Colombani: stupendo. Del resto, è sempre meraviglioso vivere le storie, farsi trasportare in un altro mondo e lasciarsi sorprendere da tutte le emozioni possibili”.

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