Charlie Brown, Snoopy, Lucy, Linus, Schroeder… Violet: i Peanuts di Schulz raccontano l’umanità. Impossibile non specchiarsi in questi bambini (e cani) e non trovare, almeno da qualche parte, se stessi: con un linguaggio diretto a bambini e adulti, il fumetto parla dell’inadeguatezza di stare al mondo, della delusione e della tristezza. Ma anche dell’importanza di avere dei sogni, perfino quando sono troppo grandi o irrealizzabili. Ci svela la bellezza del pensiero, del porci delle domande su tutto ciò che ci circonda, dell’essere filosofi nelle nostre microscopiche esistenze…

Quando negli anni ’50 la striscia Peanuts di Charles M. Schulz viene pubblicata sul St. Paul Pioneer Press, era già chiaro che si trattasse di un punto di svolta nella storia del fumetto, raggiungendo in poco tempo più di trecento milioni di lettori nel mondo.

La serie ha ancora oggi successo, e i nuovi affezionati sono aumento. Importante, tra l’altro, l’interesse dei maggiori intellettuali che ne hanno fatto oggetto di discussione, contribuendo a renderla uno dei capolavori del fumetto del ventesimo secolo. 

Le tavole di Schulz rivivono oggi nella recente edizione di Mi innamoro di chiunque mi parli, la raccolta tradotta da Diego Ceresa e pubblicata dalle edizioni Oblomov.

PEANUTS

L’albo diventa l’occasione per incontrare Charlie Brown, protagonista di otto anni disincantato e perdente nato, filosofo depresso e pessimo giocatore di baseball. Ritroviamo Snoopy, un cane che è più umano degli esseri umani: ritto sulle due zampe, eterno sognatore, scrittore e osservatore acuto, in cerca di perenne affetto.

Attorno a loro, altri grandi personaggi: la prepotente Lucy, il bistrattato Linus che, nonostante sia preso in giro per la sua coperta sottobraccio, non ha paura di essere se stesso. E ancora, il musicista Schroeder, ossessionato solo dalle sue interpretazioni e la narcisista Violet, grande amore mai ricambiato del povero Charlie.  

Leggere le avventure di Snoopy e amici, addentrarsi nelle tragicomiche storie delle loro esistenze e districarsi nei loro apparentemente innocenti pensieri filosofici, ci ricorda la natura del successo della striscia.

I Peanuts di Schulz raccontano l’umanità. Impossibile non specchiarsi in questi bambini (e cani) e non trovare, almeno da qualche parte, se stessi: con un linguaggio diretto a bambini e adulti, il fumetto affronta tematiche come l’inadeguatezza di stare al mondo, la delusione e la tristezza. Temi che sembrano tabù in molto storytelling per l’infanzia e che qui colpiscono il lettore, con una vitalità sempre attuale e sorprendente.

Ma i Peanuts parlano anche del riprovarci sempre e dell’importanza di avere dei sogni, perfino quando sono troppo grandi o irrealizzabili. Ci svelano la bellezza del pensiero, del porci delle domande su tutto ciò che ci circonda, dell’essere filosofi nelle nostre microscopiche esistenze. E anche se la vita ci distrugge, la felicità si nasconde dietro l’angolo, in un cartone di pizza o in una lettera inaspettata da qualcuno a cui vogliamo bene. A ogni striscia si ride, ci si emoziona e si riflette.

Le vicende delle Noccioline sono piccoli, grandi lezioni di vita, irriverenti e iconici sguardi sulla nostra società. E soprattutto, sulla nostra essenza di esseri umani. 

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