“Più che essere un libro, per me la lettura impossibile da dimenticare è un capitolo di un’opera di Fëdor Dostoevskij, ‘I fratelli Karamazov’. Il capitolo si intitola ‘Il grande inquisitore’…”. Su ilLibraio.it torna la rubrica #lettureindimenticabili con l’intervento di Gherardo Colombo

Più che essere un libro, per me la lettura impossibile da dimenticare è un capitolo di un’opera di Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov. Il capitolo si intitola Il grande inquisitore.
Perché è un libro, meglio un capitolo, che non posso dimenticare? Perché tratta, con una intelligenza, una profondità, un acume e un’arte a mio parere difficilmente superabili il tema del rapporto tra la persona e la scelta, vale a dire tra la persona e la capacità di essere libera. Che, a mio parere, è il tema dell’essere umano, intorno al quale si sono affannate menti raffinate, da Erodoto a Nietzsche (per citarne solo due), senza mai arrivare, a mio parere, alla profondità dello scrittore russo.

Egli pone una domanda essenziale attraverso il racconto immaginario del confronto tra Cristo, ritornato sulla terra a seguito delle invocazioni del popolo, e, appunto, il Grande inquisitore, colui che apparentemente lo rappresentava sulla terra ma che ne tradiva l’idea. È l’essere umano così meschino da rappresentare per lui la scelta tra il bene e il male il più grande dei tormenti, per liberarlo dal quale è necessario che lo si governi come se fosse un bambino, e cioè che lo si liberi dalla sua libertà? Oppure è degno, capace di esercitare il libero arbitrio? Dalla risposta a questa domanda, che Dostoevskij pone guardando all’intimo e dell’uomo, alle sue caratteristiche profonde, dipende il sistema organizzativo della società, lo spazio riconoscibile ai singoli entro il quale effettuare le proprie scelte. Cioè la libertà di ciascuno, anche la nostra, la mia.

LA RUBRICA – Letture impossibili da dimenticare, rivelatrici, appassionanti. Libri che giocano un ruolo importante nelle nostre vite, letti durante l’adolescenza, o da adulti. Romanzi, saggi, raccolte di poesie, classici, anche testi poco conosciuti, in cui ci si è imbattuti a un certo punto dell’esistenza, magari per caso. Letture che, perché no, ci hanno fatto scoprire un’autrice o un autore, di ieri o di oggi.
Ispirandoci a una rubrica estiva del Guardian, A book that changed me, rifacendosi anche al volume curato da Romano Montroni per Longanesi, I libri ti cambiano la vita. Cento scrittori raccontano cento capolavori, e dopo il successo dell’iniziativa proposta recentemente sui social da ilLibraio.it, #ilLibroPerMe, in occasione della presentazione della ricerca sul rapporto tra lettura e benessere, abbiamo pensato di proporre a scrittori, saggisti, editori, editor, traduttori, librai, bibliotecari, critici letterari, ma anche a personaggi della cultura, della scienza, dello spettacolo, dell’arte, dell’economia, della scuola, di raccontare un libro a cui sono particolarmente legati. Un’occasione per condividere con altri lettori un momento speciale.


Questa volta è il turno di Gherardo Colombo, ex magistrato, scrittore e presidente della casa editrice Garzanti.

Fotografia header: COLOMBO Gherardo, intellettualephoto: © BASSON CANNARSA

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