Giampaolo Pansa, uno dei più noti giornalisti italiani, autore di inchieste che hanno fatto la storia del mestiere e di libri di successo (spesso discussi), è morto all’età di 84 anni

Giampaolo Pansa è stato uno dei più noti giornalisti italiani, autore di inchieste che hanno fatto la storia del mestiere (in particolare negli anni del terrorismo), e di libri di successo, che hanno fatto molto discutere. Pansa è venuto a mancare oggi 12 gennaio, a 84 anni, nella sua Casale Monferrato, dov’era nato l’1 ottobre 1935.

Dopo la laurea con lode in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Torino con una tesi intitolata Guerra partigiana tra Genova e il Po, nel 1961 Pansa ha iniziato a lavorare per il quotidiano torinese La Stampa. Nel corso della sua carriera giornalistica ha lavorato per Il Giorno di Italo Pietra, per Il Messaggero, per Il Corriere della Sera, La Repubblica, Epoca, L’Espresso, Panorama, fino alle recenti collaborazioni (che hanno inevitabilmente suscitato polemiche) con Libero e la Verità.

Alla Resistenza ha dedicato non solo la tesi di laurea, ma anche numerosi libri, tra cui Il sangue dei vinti, che ha scatenato molti attacchi. Accusato di “infangare” la Resistenza, Pansa ha sempre difeso le sue fonti, e negli anni ha pubblicato diversi libri, sul potere italiano e sul giornalismo di ieri e di oggi, immancabilmente presenti nelle classifiche dei più venduti.

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