Nel suo nuovo libro il filosofo mescola insieme esperienze sensoriali e ricordi d’infanzia, e invita il lettore a chiudere gli occhi e a iniziare un viaggio che, proprio a partire della natura e grazie all’aiuto della scrittura, lo condurrà ben più lontano di quanto avesse potuto immaginare…

Ora benigna e feconda nei suoi colori primaverili, ora fonte di dolore e di distruzione quando si annuncia con la forza dei cataclismi, la natura è pervasiva in tutte le manifestazioni. Il suo legame con l’uomo è primordiale e indissolubile: è musa ispiratrice di metafore che rievocano le vicende amorose più serene o dolenti, fa da quinta alle narrazioni letterarie più appassionate. È il rifugio dei momenti più intimi, negli interstizi rubati al cemento della vita metropolitana. Fiori e foglie, alberi, tramonti, spiagge e fiumi abbondano nelle composizioni liriche di ieri e oggi, ma anche nei nostri ricordi da bambini, durante quelle prime passeggiate nei parchi, nei boschi o in riva al mare.

Riflettere su sé stessi significa dunque intraprendere un percorso a ritroso nel tempo alla ricerca di uno o più fili verdi all’interno della propria esistenza. Alla scrittura è affidato l’arduo compito di dipanare, in piena libertà, i ricordi e gli incontri con la natura, così da ricostruire insieme tutti i tasselli del proprio mosaico green.

Nel suo nuovo libro, Green autobiography – La natura è un racconto interiore (Booksalad), il filosofo Duccio Demetrio mescola insieme esperienze sensoriali e ricordi d’infanzia, mentre racconta lo stupore dinanzi all’azzurro di un cielo terso, la quiete di ascoltare lo sgocciolio dell’acqua nei boschi, il significato profondo di contemplare un sasso o un albero a cui non si era prestato attenzione.

L’autore guida il lettore attraverso la riscoperta del nostro rapporto più intimo con la natura, sia grazie a una fine introspezione psicologica del proprio Io, sia attraverso citazioni letterarie: dai miti ancestrali alle liriche agresti di Virgilio, Ovidio e Catullo, passando per Antoine de SaintExupéry, Jacques Prévert, Goethe, Yeats.

Nel volume il campo dell’erudizione viene presto abbandonato per lasciare spazio al lettore. A lui è rivolto infatti l’invito a chiudere gli occhi e a iniziare un viaggio che, proprio a partire della natura e grazie all’aiuto della scrittura, lo condurrà ben più lontano di quanto avesse potuto immaginare e che lo porterà a confrontarsi con gli inesauribili enigmi rispetto ai quali la filosofia e la scienza non sanno ancora dare risposte definitive, dal mistero della nascita dell’universo alla responsabilità etica di salvaguardare il nostro pianeta.

DuccioDemetrio

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