“Helena Janeczek ha messo a fuoco un personaggio e una vicenda noti; e ha raccontato, sullo sfondo di un periodo cruciale, la generazione che si è trovata a confrontarsi con il fascismo, il franchismo, il nazismo. Ma l’autrice lo ha fatto in modo del tutto non convenzionale, con una scelta prospettica nuova, un lingua nuova. E dunque azzardando, rischiando, come uno scrittore dovrebbe fare. Per questo, credo, ha meritato questa larga vittoria”. Su ilLibraio.it l’intervista al presidente della casa editrice Guanda Luigi Brioschi, dopo il successo de “La ragazza con la Leica” al premio Strega

La vittoria de La ragazza con la Leica di Helena Janeczek al 72esimo premio Strega entra nella storia della casa editrice Guanda e del gruppo editoriale Mauri Spagnol (editore de ilLibraio.it, ndr). Ne abbiamo parlato con il presidente della casa editrice, Luigi Brioschi.

Come vive la prima vittoria di Guanda nella storia del premio Strega? Tra l’altro, si tratta di un doppio successo, visto che solo poche settimane fa Patria di Fernando Aramburu si è aggiudicato lo Strega Europeo
“Guanda realizza quest’anno un en plein, con il Premio Strega a Helena Janeczek e lo Strega Europeo al romanzo di Aramburu. Entrambi, si noti, vanno ad autori capaci di forzare la narrazione lineare, le convenzioni espressive, per crearsi un proprio registro. Ed entrambi sono il riconoscimento, direi, di una vocazione editoriale precisa, di una certa determinazione nel mantenere una linea. Mi hanno fatto molto piacere, evidentemente”.

Perché La ragazza con la Leica e la sua autrice, Helena Janeczek (che con questo libro nei mesi scorsi ha già vinto il Bagutta) hanno meritato il risultato?
“Helena Janeczek ha messo a fuoco un personaggio e una vicenda noti; e ha raccontato, sullo sfondo di un periodo cruciale, la generazione che si è trovata a confrontarsi con il fascismo, il franchismo, il nazismo. Ma l’autrice lo ha fatto in modo del tutto non convenzionale, con una scelta prospettica nuova, un lingua nuova. E dunque azzardando, rischiando, come uno scrittore dovrebbe fare. Per questo, credo, ha meritato questa larga vittoria”.

A questo punto l’obiettivo è giocarsela per la vittoria anche al Campiello (il libro di
Helena Janeczek è in cinquina anche al premio veneto, ndr)?

“Mi ha colpito e rallegrato il fatto che la giuria tecnica del Campiello abbia votato il romanzo di Helena all’unanimità o quasi: un riconoscimento forte. E per ora è tutto, direi”.

A quando il ritorno in libreria dell’autrice di Lezioni di tenebra e de Le rondini di Montecassino?
“Il prossimo libro di Helena Janeczek sarà Cibo, uscito molti anni fa da Mondadori. Non l’avevo letto, a suo tempo: mi ha conquistato. E ancora una volta ritrovo la capacità di Helena di dare alla narrazione una voce originale, sorprendente. Lo pubblicheremo a gennaio dell’anno prossimo”.