“Le mie figlie hanno ricevuto in dono per il loro matrimonio mille libri ciascuna. Anche con le mie nipotine ho già fatto lo stesso”. Non solo: Brunello Cucinelli, il “re del cashmere”, famoso in tutto il mondo, da anni regala libri anche ai suoi dipendenti. Intervistato da ilLibraio.it, l’imprenditore umbro, cresciuto in una famiglia povera, racconta: “I grandi pensatori, i grandi filosofi greci, i grandi imperatori, hanno contribuito a educarmi alla custodia del creato. Io stesso mi sento un custode”. E parla, tra le altre cose, della sua idea di capitalismo umanistico

“Il grande sogno della mia vita è sempre stato quello di lavorare per la dignità morale ed economica dell’essere umano“.

Brunello Cucinelli non è un imprenditore come gli altri, e questo al di là del successo della sua azienda nel mondo. In particolare, non è un imprenditore che parla, e si pone, come tanti altri suoi colleghi. ilLibraio.it lo ha incontrato a Venezia, alla Fondazione Giorgio Cini nell’Isola di San Giorgio Maggiore, dove si è tenuto il Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, che l’ha visto tra gli ospiti: “I grandi pensatori, i grandi filosofi greci, i grandi imperatori, hanno contribuito a educarmi alla custodia del creato. Io stesso mi sento un custode”.

Brunello Cucinelli

Nato a Castel Rigone, in provincia di Perugia, il 3 settembre 1953, il “re del cashmere” è cresciuto in una famiglia contadina. Diplomato geometra, Cucinelli ha iniziato, interrompendoli presto, gli studi in ingegneria. Nel 1978 ha fondato una piccola impresa per produrre maglieria da donna in cashmere colorato. Intuizione, quest’ultima, che ha colpito l’attenzione. È stato l’inizio di un grande viaggio. Oggi la sua azienda, quotata in Borsa dal 2012, è un simbolo della moda di lusso.

Di recente Cucinelli ha pubblicato con Feltrinelli Il sogno di Solomeo – La mia vita e l’idea del capitalismo umanistico. Un testo in cui, tra le altre cose, l’imprenditore umbro ripercorre il percorso che lo ha portato a concepire la cultura d’impresa della sua azienda: “Oggi so cosa significa modulare profitto e dono, so quanto vale riconoscere la bellezza del lavoro e produrre senza danno per niente e nessuno. La mia esperienza di vita mi ha insegnato il valore della custodia di quanto abbiamo ereditato. Ho capito che quanto ci arriva dal passato non è un peso, ma un paio d’ali che sostiene il futuro luminoso che ci aspetta”. Da un lato lo sguardo ai pensatori del passato, dall’altro quello rivolto all’oggi e al domani. Il tutto, accompagnato dal sorriso con cui si approccia a chi lo ascolta.

Il sogno di Solomeo

Cucinelli i libri ama leggerli, ma anche donarli. Non a caso nella sua azienda il “bonus cultura” esiste da anni: “Ogni Natale regalo ai miei ragazzi un libro. L’ultima volta Confucio, in passato, tra gli altri, Marco Aurelio, i Promessi Sposi, Don ChisciotteLe mille e una notte…”. Non è il solo regalo per loro: alle cinque e mezza si finisce di lavorare, perché nella vita il lavoro ha un ruolo importante, ma c’è anche altro.

Non ci sono solo i volumi donati ai dipendenti, ma anche quelli per le figlie e le nipotine: “Le mie figlie hanno ricevuto in dono per il loro matrimonio mille libri ciascuna. Libri selezionati, che per me rappresentano molto. E anche con le mie nipotine ho già fatto lo stesso”. Insomma, quando si tratta di fare un regalo, Cucinelli non deve pensarci troppo.

“L’imperatore Adriano diceva: ‘I libri mi hanno indicato la via della vita’ e ‘la vita mi ha fatto comprendere il contenuto dei libri’“. Cucinelli ama inserire nei suoi discorsi citazioni. All’inizio, però, non è stato facile approcciarsi a certi autori: “Sono cresciuto in una famiglia povera, in cui gli unici libri erano quelli della scuola. Poi da ragazzetto ho scoperto Kant. È stato difficile comprendere i suoi ragionamenti. Però Kant mi ha fatto scoprire Socrate, che mi ha rapito l’anima. Ma se dovessi indicare un testo di riferimento, non potrei non citare Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, e subito dopo I ricordi di Marco Aurelio“.

Brunello Cucinelli nel 2008 (fonte: http://www.brunellocucinelli.com)

Brunello Cucinelli nel 2008 (fonte: www.brunellocucinelli.com)

La lettura trova sempre spazio nelle sue giornate: “Leggo tutti i giorni. Del resto, sono benedettino, e devo curare la mente con lo studio e l’anima con la preghiera e il lavoro. Se dovessi perdere tutto, la sola cosa che vorrei conservare sono i miei libri”.

A questo punto chiediamo a Cucinelli dove li compra, questi volumi, e l’imprenditore ci racconta di preferire le librerie fisiche (“Ne acquisto circa 10-12 a settimana, a Perugia abbiamo una Feltrinelli molto fornita. Per i libri antichi, invece, mi affido ai consigli di un libraio fiorentino“).

Ai testi contemporanei preferisce – e questo ormai dovrebbe essere chiaro – quelli del passato (“Eccezioni? Umberto Eco…”), e alla narrativa preferisce decisamente la saggistica (“I romanzi, lo ammetto, mi annoiano. Mi tengo stretti i miei filosofi e teologi”). Anche l’attualità interessa poco a Cucinelli (“Dei giornali leggo solo le pagine culturali…”).

Oltre alla sua biblioteca personale (e quella che ha donato a figlie e nipoti), anche la sede della sua azienda mette a disposizione dei lavoratori una biblioteca, e se ne trova una anche nel Teatro Cucinelli, nel borgo medievale di Solomeo, borgo dove si era trasferito nel 1982. E proprio a Solomeo nel 1985 l’imprenditore ha acquistato un castello diroccato del XIV secolo, facendone la sede sopracitata.

L’intervista si chiude con un aneddoto: “L’altro ieri ho incontrato un giovane cinese, un milionario, cresciuto in una famiglia ricchissima. Voleva conoscermi perché mi considera un custode. Questo mi ha colpito, così gli ho raccontato dell’imperatore Adriano, e gli ho suggerito di dar vita alla più grande biblioteca privata della Cina. A giudicare dalla sua reazione, credo di averlo convinto…”.

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