L’Islanda è una terra magica, poetica ma anche… “strana”. Lo conferma la storia della casa editrice Tunglið che, dopo aver stampato i suoi libri nelle notti di luna piena, concede ad essi poche ore di tempo per trovare un lettore, prima che le copie invendute vengano bruciate: “Il nostro è un atto poetico, non politico”, raccontano gli editori

Si chiama Tunglið ed è una casa editrice islandese fondata dallo scrittore Dagur Hjartarson e dall’artista Ragnar Helgi Ólafsson, che condividono un progetto molto particolare, destinato a far discutere: il nome della casa editrice in islandese significa “luna” e i libri di Tunglið vengono stampati sessantanove alla volta nelle notti di luna piena.

Tunglið casa editrice che brucia i libri

Foto di Lilja Birgisdóttir per il Guardian, a sinistra Ragnar Helgi Ólafsson e a destra Dagur Hjartarson

Quel che è ancora più strano è che la notte di luna piena in cui i libri vengono stampati è anche l’unica occasione che i lettori hanno per comprarli, poiché tutte le copie invendute sono bruciate dagli stessi editori, con l’aiuto di un finissimo cognac francese per alimentare le fiamme.

Ma perché lo fanno? Come racconta il Guardian, in questo modo i due editori non intendono proporre una riflessione ideologica sul valore fisico e intrinseco del libro. Non è una questione di principio né un dogma consumistico ma, piuttosto, l’intento è quello di dare ai libri una notte di tempo, una notte per la stampa, la pubblicazione e la vendita, una notte tutta loro prima che vengano bruciati, con un “degno” funerale: “Ci sforziamo di rimanere fedeli alla logica della poesia, non della prosa”, spiegano Dagur Hjartarson e Ragnar Helgi Ólafsson, e aggiungono: “Il nostro è un atto poetico, non politico”, sostengono.

Il concetto di poesia islandese, certo, a qualcuno potrebbe apparire “strano”…

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