Le isole sono luoghi dell’anima, per Valentina Cebeni, in libreria con “La ricetta segreta per un sogno”, romanzo in cui un’isola del Mediterraneo fa da sfondo alla trama. L’autrice ci porta alla (ri)scoperta di alcune affascinanti isole letterarie, e di alcuni libri di oggi e di ieri…

Le isole sono luoghi dell’anima, per me, perché pur nei loro confini “stretti” a volte lo spazio di un respiro, riesci sempre a guardarti dentro, a ritrovarti. È andata così per Elettra, la protagonista de La ricetta segreta per un sogno*. Può sembrare irrazionale, ma per capirlo bisogna prendere un traghetto almeno una volta nella vita, immergersi negli umori del porto e lasciarsi assorbire dalla pigrizia isolana. Dimenticare le convenzioni cittadine e ascoltarsi, semplicemente. È lì che inizia l’incanto. C’è della magia in questi lembi di terra sconnessi dalla terraferma, un’atmosfera che in alcuni di queste luoghi più di altri si respira. Un’atmosfera fatta di leggende antiche e misteri mai risolti. Eppure è qui, circondati in ogni lato dalla forza del mare, che si possono trovare le risposte che a lungo si sono cercate. Le isole hanno questo immenso e inspiegabile potere.


Molara

Una di queste è Molara, isola minore della Sardegna e della più famosa Tavolara. Un’isola attualmente abitata da una sola famiglia, un piccolo feudo di granito nel mare in cui i resti dell’antica chiesa mononave di San Ponziano e dell’annesso villaggio medievale di Gurguray si fondono al panorama nell’abbraccio di lentischi e olivastri secolari.

Un’isola impregnata di quella magia profondamente sarda descritta in Accabadora di Michela Murgia, un romanzo intenso come il maestrale che spazza queste coste.

Archipiélago de Cabrera.jpg
L’Arcipelago di Cabrera

Nel Mediterraneo si trova anche Cabrera, gioiello delle Baleari. Quello che più affascina di questo luogo sono i miti che lo circondano; alcuni storici sostengono che quest’isola dalla pelle di roccia e boschi, abbia dato i natali al temibile Annibale, altri che durante le guerre napoleoniche sulle sue coste l’esercito spagnolo abbia abbandonato i soldati francesi, morti di stenti e malattie.

Un' estate a Cabrera

Un sentimento, quello dell’esilio, della prigionia dell’anima, sapientemente narrato da Pedro Zarraluki in Un’estate a Cabrera.

Île-de-Bréhat – Veduta
L’isola di Bréhat

L’isola di Bréhat, soprannominata “l’isola dei fiori”, si trova invece nel cuore dell’Oceano Atlantico. È un frammento di Bretagna di appena tre chilometri quadrati dove i fiori sono una casa come lo sono per Victoria, la protagonista de Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh.

Il fiore simbolo dell’isola è l’agapanto che rigoglioso cresce lungo le strade percorribili solo a piedi poiché il chiasso dei veicoli a motore qui è bandito. Un’atmosfera magica si assapora in questo luogo sospeso, in cui il granito rosa e le coste frastagliate che lo caratterizzano contrastano con l’aspetto più asciutto della parte settentrionale dell’isola, che invece ricorda i paesaggi irlandesi.

L’isola più lontana, infine, è quella portoghese di Corvo, nelle Azzorre. Una terra di origine vulcanica, soprannominata “isola nera”. Un’isola diversa da tutte le altre, oggetto nel corso della storia di numerose razzie da parte di bande pirati e corsari, le stesse che sono state rese immortali dalla penna di R. L. Stevenson nel suo celebre L’isola del tesoro. Eppure profondamente simile in uno dei suoi tratti distintivi a tutte le piccole realtà: il senso della comunità. I suoi abitanti sono famosi nel mondo per le porte sempre aperte con le serrature in legno. Perché la gente di mare si assomiglia, qualunque sia il nome del blu che lo circonda.

Infine c’è lei, la più bella perché di tutti e diversa per ognuno di noi: l’isola che non c’è, quella della fantastica storia di Peter e Wendy scritta da J.M. Barrie. È quella in cui ci rifugiamo quando il mondo urla, ultima spiaggia della nostra innocenza. La mia ha sabbia bianchissima e pareti di granito che affondano nel ventre del mare, ed è popolata di ginepri e mirto; è una terra in cui la sera il vento mescola nel cielo i colori del tramonto, mentre piccoli fuochi si accendono sulle spiagge e la vita è ancora tutta da vivere.

Neve nei chiostri (La)
L’AUTRICE – Valentina Cebeni vive a Roma dal 1985, anno della sua nascita, ma ha il mare della Sardegna dei suoi nonni nel cuore. Appassionata di storie sin dall’infanzia, ha un grande amore per la cucina, nato proprio per riscoprire i legami con le radici della sua famiglia.
Garzanti dal 18 febbraio porta in libreria il suo romanzo d’esordio, che ha già incuriosito numerosi editori europei: La ricetta segreta per un sogno * racconta di una donna alla ricerca delle proprie radici, del potere del cibo e della forza del passato. Il primo profumo che la protagonista, Elettra, ricorda, è quello del pane appena sfornato e dei biscotti speziati. Nella panetteria in cui è cresciuta ha imparato da sua madre che il cibo è il modo più semplice per raggiungere il cuore delle persone. Ma adesso che lei non può più occuparsi del negozio e ha lasciato tutto nelle mani di Elettra, i suoi dolci non hanno più questo potere. E tutte quelle domande rimaste in sospeso tra loro non hanno una risposta. Domande su un passato che la donna non ha rivelato a nessuno, nemmeno a lei, sua figlia. Elettra, persa e smarrita, sente di non avere altra scelta: deve fare luce su quei silenzi. Eppure in mano non ha altro che una medaglietta con inciso il nome di un’isola misteriosa, e una ricetta: quella dei pani all’anice che sua madre cucinava per sconfiggere la malinconia e tornare a sorridere. Proprio quei dolci le danno la forza per affrontare il viaggio verso l’isola del Titano, un pezzo di terra sperduto nel Mediterraneo la cui storia si perde in mille leggende

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