Leif GW Persson, criminologo d’eccellenza, si conferma un autore di genere capace di far sbellicare il lettore dalle risate e di fornirgli allo stesso tempo un ritratto critico e tagliente della società contemporanea

In una sola settimana, il commissario Evert Bäckström si ritrova tra capo e collo tre casi quanto meno inusuali: un coniglio vittima di maltrattamenti preso in carico dalla protezione animali, un gentiluomo amico del re picchiato nei pressi del castello di corte con un catalogo d’arte di Sotheby’s, e per concludere l’omicidio di un equivoco avvocato che gli regalerà il più bel giorno della sua vita. Anche se la regola d’oro di qualsiasi indagine dice di diffidare delle coincidenze, nulla fa pensare che gli episodi siano legati tra loro. In splendida forma, ormai una leggenda, il commissario più sgradevole, maschilista e corrotto di tutta la polizia di Stoccolma si ritrova a indagare su un traffico di icone russe e preziosi oggetti d’arte, tra cui spicca uno splendido carillon con le sembianze di Pinocchio realizzato da Fabergé per il piccolo zar Aleksej. Un oggetto prezioso che, dopo molti anni e varie peripezie, finisce in Svezia, prima a casa dell’avvocato assassinato e poi nelle tasche di Evert Bäckström, rendendolo custode di una storia che avrebbe tranquillamente potuto cambiare il corso dell’umanità, se solo fosse finita in modo diverso. Leif GW Persson, criminologo d’eccellenza, torna in libreria con il noir La vera storia del naso di Pinocchio (Marsilio) e si conferma un autore di genere capace di far sbellicare il lettore dalle risate e di fornirgli nello stesso tempo un ritratto critico e tagliente della società contemporanea

 

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