ilLibraio.it ha parlato con Pedro, aka Marco Pedretti, cantante di un’ormai ex boyband, i Finley, del suo rapporto con la lettura e dei suoi libri preferiti: “Sono un lettore onnivoro, mi piacciono molto i thriller e i noir” – L’intervista (e il nuovo singolo del gruppo)

I Finley sono una boyband nata tra i banchi del liceo, quasi quindici anni fa, da un’idea di quattro amici, Pedro (Marco Pedretti), Ka (Carmine Ruggiero), Dani (Danilo Calvio) e Ivan (Ivan Moro). Scoperti da Claudio Cecchetto, nel 2008 si sono esibiti  a Sanremo. Recentemente hanno composto la colonna sonora del film Lego e su Radio Kiss Kiss hanno intervistato molti colleghi musicisti, anche stranieri.

Nell’ambito di una serie di interviste in cui rocker, cantautori, ma anche rapper, popstar e dj, provenienti sia dal panorama mainstream sia da realtà indipendenti, parlano con ilLibraio.it delle loro letture e dell’impatto che ha avuto la letteratura sulla musica e sui testi delle canzoni, abbiamo parlato con Pedro, aka Marco Pedretti, cantante della band.

Per cominciare, l’ultima novità che riguarda il gruppo:  Il Mondo #girailmondogira, progetto dedicato all’Onlus Cesvi. Si tratta di una cover di un brano di Jimmy Fontana, il cui video – girato dal giovane regista Gabriele Paoli – descrive un mondo in costante movimento, dove Londra è una giungla d’asfalto in cui regna l’indifferenza. Che solo un bambino, con il suo sguardo innocente e cristallino, riesce a spezzare.

“Fin dal 2005, anno di Make up your own mind, per noi il pensiero individuale che si oppone alla massa è una sorta di credo”, ci ha spiegato Pedro riguardo alla nuova canzone. E ha aggiunto: “Londra è una città statica e dinamica allo stesso tempo, perfetta per raccontare questa storia. Alla quale abbiamo dedicato un video molto diverso da quelli precedenti, dove ci si muove attraverso suggestioni ed emozioni”.

Lettore precoce, Pedro ci racconta: “Da piccolo mi piaceva molto leggere, ho imparato molto presto, a 3 anni. E ho iniziato con un grande classico, Cappuccetto Rosso. Poi, però, negli anni delle elementari ho iniziato a perdere interesse per la lettura, a cui preferivo i videogiochi. Quando andavo a scuola gli insegnanti assegnavano delle letture, di cui poi bisognava compilare una sorta di ‘scheda libro’ e io cercavo in tutti i modi dei riassunti, anche chiedendo ai più grandi. Ripensandoci, rimpiango di non aver dato peso alle letture che venivano affrontate a scuola. So che potrei sempre recuperarle, ma alcuni libri lasciano un segno più profondo se letti in un determinato periodo”.

Dopo i vent’anni (è nato nel 1985) l’interesse per la lettura è tornato. “Sono un lettore onnivoro”, ci spiega, “mi piacciono molto i thriller e i noir, sono libri in cui c’è una grande ricerca da parte degli autori. Si tratta sì di storie inventante, ma c’è un lavoro molto grande dietro che le rende così verosimili. Ho letto molto Faletti e mi chiedo come mai Io uccido non sia ancora stato adattato per il cinema. Anche la trilogia Millennium di Stieg Larsson mi è piaciuta molto, recentemente ho letto il quarto volume, scritto da David Lagercrantz, Quello che non uccide. L’ho trovato carino, ma non mi ha colpito come i libri precedenti. Probabilmente in questi anni sono cambiato come lettore”.

Le letture hanno in qualche modo influenzato anche la musica dei Finley: “Neve di Maxence Fermine ha ispirato la nostra canzone omonima contenuta nel disco Fuoco e fiamme. Il libro è una favola, quindi una storia molto delicata, che però nasconde una grandissima forza. Si tratta di un contrasto, proprio come quello che c’è tra il titolo della canzone e quello del disco, tra neve e fuoco”.

E in questo momento cosa sta leggendo Pedro? “Non ho autori di riferimento. Piuttosto ho dei lettori di riferimento… conosco delle persone che leggono molto e che conoscono i miei gusti. Di solito chiedo a loro dei consigli e difficilmente resto deluso. Al momento sto leggendo un racconto di viaggio di Will Ferguson, Autostop con Buddha. Parla del Giappone, che sarà la meta del mio prossimo viaggio”.

“Ho letto anche Open di Agassi. Sono sempre stato fan di Sampras, suo ‘storico’ rivale: da ragazzino i miei genitori avevano comprato l’abbonamento a TELE+ e guardavo sempre i match di tennis. Però conoscere Agassi tramite il suo libro è stato interessante: racconta i suoi demoni a partire dal rapporto col padre, fino all’ammissione di odiare il suo sport. E poi ho apprezzato Canada di Richard Ford. E tengo sul comodino Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli“.

Legge un po’ di tutto, Pedro, e oggi è un forte sostenitore della lettura: “Credo che, in particolare per chi lavora nella comunicazione, sia importantissimo leggere. Quando leggo mi accorgo che parlo più fluentemente e ho un vocabolario più ricco. Leggere è un nutrimento per il linguaggio”.

 

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