“Amazon ha prima attirato i clienti solo con sconti esagerati, e poi li ha abituati ad avere i prodotti a casa in tempi rapidissimi e con un assortimento incredibile”. Nadia e Sonia, titolari della storica libreria Paravia (la seconda più antica d’Italia) annunciano la chiusura del negozio. E Milano dice addio alla libreria dell’Ospedale Niguarda

“Il motivo? Lo conoscono tutti: è Amazon. Il problema non è il commercio online, che c’è sempre stato, ma Amazon che prima ha attirato i clienti solo con sconti esagerati, poiché in Italia manca una legge che tuteli i librai, e poi li ha abituati ad avere i prodotti a casa in tempi rapidissimi e con un assortimento incredibile“.

Nadia e Sonia, titolari della storica libreria Paravia, annunciano su Facebook, e in un’intervista a Repubblica Torino, la decisione di chiudere lo storico negozio torinese. Parliamo infatti della seconda più antica libreria italiana, fondata nel 1802 nel capoluogo piemontese.

Nel post le libraie scrivono: “Abbiamo ereditato da nostro papà questo affascinante mestiere e abbiamo investito tutte le nostre energie per cercare di farlo nel miglior modo possibile. Vogliamo ringraziare i clienti che siamo riuscite ad avvisare di persona e che ci hanno dimostrato stima ed affetto: ci avete commosso! Grazie a tutti coloro che non sono passati ultimamente da queste parti, ma che negli anni ci hanno scelte e sostenute…”.

TANTE CHIUSURE IN TUTTA ITALIA NEGLI ULTIMI ANNI

Purtroppo non si tratta di storia isolata: negli ultimi anni, da Nord a Sud, in Italia hanno chiuso tante librerie. Come di recente ha dichiarato al Corriere della Sera Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione librai Ali-Confcommercio, sono ben 2.332 le librerie e (soprattutto) cartolibrerie chiuse dal 2012 al 2017 (fonte Ali Confcommercio su dati Istat Asia), con la perdita nel periodo di 4.596 posti di lavoro.

CHIUDE LA LIBRERIA DELL’OSPEDALE NIGUARDA DI MILANO

E a proposito di chiusure, a fine dicembre (come ha raccontato Fanpage) a Milano ha abbassato per sempre le serrande la libreria all’interno dell’ospedale Niguarda (“Senza libreria l’ospedale è più triste, peccato”, si legge in uno dei messaggi).

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