Il libro “La biblioteca segreta di Timbuctù” racconta la storia vera di Abdel Kader Haidara, il bibliotecario che ha salvato migliaia di libri e manoscritti antichi dalle mani dei fondamentalisti islamici…

Tratto da una storia vera, La biblioteca segreta di Timbuctù narra di un incredibile salvataggio: oltre 350.000 libri salvati dalla distruzione dei fondamentalisti islamici grazie all’iniziativa, e al coraggio, di un archivista e bibliotecario del Mali, di cui vi abbiamo già parlato.

Il romanzo, edito da Rizzoli, è scritto da un giornalista americano, collaboratore del The New Yorker e del The New York Reviw of Books, Joshua Hammer, che riporta una storia iniziata nel 2012, quando un gruppo di fondamentalisti islamici si insedia con la forza a Timbuctù, una città che fin dall’Ottocento è stata un crocevia culturale del continente africano. Infatti, quando nel 1826 Alexander Gordon Laing arrivò in città, primo europeo a mettervi piede, scoprì che la capitale del Mali era un luogo ricco di cultura: la ricchezza della città aveva favorito uno sviluppo intellettuale straordinario, il quale aveva fatto sì che la città si riempisse di testi di legge e religione, filosofia e scienza, astronomia e botanica, spesso molto pregiati perché vergati in grafie e colori molto particolari.

Era questo il grande patrimonio messo in pericolo dalla Jihad: i fodamentalisti insediati a Timbuctù nel 2012 avevano imposto la Sharia e distrutto le vestigia degli antichi Templi e dimostrano ben poca tolleranza per tutto ciò che non è strettamente ligio alla legge sacra. Archivista, bibliotecario e bibliofilo, Abdel Kader Haidara si rende conto che i volumi custoditi in città sono in pericolo, non solo perché molti esulano dalla materia strettamente religiosa, ma anche perché spesso forniscono un’interpretazione moderata dell’Islam.

Abdel Kader decide allora che il modo migliore per proteggere libri e manoscritti pregiati è allontanarli dalla città: con l’aiuto di altri bibliotecari, archivisti, familiari e guide turistiche i libri vengono “imballati” in valigie e scatole, poi caricati su auto e cammelli e spediti il più lontano possibile dal centro cittadino; oltre 350.000 libri vengono nascosti nelle case delle famiglie, talvolta anche in altri stati, e messi in salvo dalla distruzione cui sarebbero potuti andare incontro.

È una storia che assume ancora più valore in quanto realmente accaduta, raccontata in un reportage che testimonia il valore e il coraggio di un gruppo di uomini che, per propria libera scelta, si sono eretti a paladini del libo e della cultura.

Nota: L’immagine in evidenza viene dalla pagina www.coscienzeinrete.net

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