Sinossi
Un cold case per i Vecchietti del BarLume. Un vecchio omicidio mai risolto, avvenuto nel fatidico 1968, si riapre per una questione di eredità. Muore nel suo letto Alberto Corradi, proprietario della Farmesis, azienda farmaceutica del litorale toscano. Alla lettura del testamento, il notaio ha convocato anche la vicequestore Alice Martelli, perché nelle ultime volontà del defunto è contenuta una notizia di reato. Erede universale è nominato il figlio Matteo Corradi, ma nell'atto il testatore confessa di essere stato lui l'autore dell'assassinio del fondatore della fabbrica, suo padre putativo. Il 17 maggio del 1968 Camillo Luraschi, capostipite della Farmesis, era stato raggiunto da una fucilata al volto. Le indagini non avevano trovato risultati, forse perché il clima politico consigliava di non scavare troppo. L'imbroglio nella linea di successione obbliga alla riapertura dell'inchiesta. Matteo Corradi non potrebbe, infatti, ereditare ciò che il padre ha ottenuto mediante un delitto. Alice Martelli, la fidanzata (eterna) di Massimo, in questo caso non può fare a meno dell'archivio vivente di pettegolezzi costituito dai quattro vecchietti, che erano stati coinvolti tutti in modi diversi nel Movimento. Le indagini si svolgono, come al solito, tra la questura e il BarLume di Pineta dove Aldo, nonno Ampelio, Pilade Del Tacca del Comune, il Rimediotti (detti anche i quattro «della banda della Magliadilana ») dissipano gli anni della loro pensione, vanamente contenuti dal gestore Massimo, costretto a esorcizzare con la logica le ipotesi dei senescenti occupanti della sala biliardo del bar. Da dove passano storielle toscanacce di ogni genere. L'inchiesta si imbatte in svolte e nuovi delitti obliquamente diretti a occultare. E scomoda, in stolidi playback, i ricordi del Sessantotto nella zona. Finché - tra dialoghi alla Ionesco o da signor Veneranda, battute micidiali in polemica tra i vecchietti e tra loro e il mondo, perle di saggezza buttate lì nel lessico più scostumato e inattuale - si fa strada l'unica maschera triste di tutto il palcoscenico, Signora la Verità. Marco Malvaldi, con la serie del BarLume, ha rinnovato un genere, il giallo comico di costume. E, in "A bocce ferme", la parte del giallo puro si prende una sua rivincita senza sacrificio per la risata.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 226
- Data di uscita: 05-07-2018
Recensioni
Molti giallisti italiani spendono la maggior parte del loro sforzo creativo nell'immaginare un investigatore accattivante, strano, "acchiappa-like" (per usare un orribile neologismo). Poi ci sono loro, i Camilleri (maestro) e i Malvaldi, che usano come personaggi principali un commissario sovrappeso Leggi tutto
Malvaldi è una garanzia! Non ci si annoia mai a Pineta, il linguaggio ironico e strafottente, tipico della Maremma e dei toscani in genere, utilizzato dai vecchietti del Bar e dai protagonisti in genere, ne fanno una lettura all'apparenza "leggera". Già dalle prime pagine ci si accorge di una profon Leggi tutto
Malvaldi è l'amore, Malvaldi è la gioia. L'unico problema con i libri del BarLume è che quando sono finiti, poi tocca aspettare a leggerne un altro .
Ho visto per caso in libreria che era uscito questo nuovo Malvaldi, non un ulteriore riciclo di casi già letti nelle varie raccolte della casa editrice ma proprio nuovo e per giunta del BarLume!! Che cosa si potrebbe desiderare di più per una lettura estiva?! Forse il migliore Malvaldi di sempre. Sa Leggi tutto
Citazioni
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