Sinossi
Ventisei dialoghi brevi ma carichi di tensione, suadenti eppur sconfinanti nel tragico, in cui gli dèi e gli eroi della Grecia classica (da Edipo e Tiresia a Calipso e Odisseo, da Eros e Tànatos a Achille e Patroclo) sono invitati a discutere il rapporto tra uomo e natura, il carattere ineluttabile del destino, la necessità del dolore e l'irrevocabile condanna della morte. Un "capriccio serissimo", unico, in cui - come scrive nell'introduzione Sergio Givone - il mito è riproposto come "qualcosa di necessario", la cui poesia "ne rivela la cifra misteriosa e crudele". Completano il volume le note tratte dai manoscritti di Pavese e la presentazione da lui scritta per la prima edizione, la cronologia della vita e delle opere, la bibliografia ragionata e l'antologia della critica.
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- Pagine: 232
- Data di uscita: 02-07-2014
Recensioni
Come cose che eravamo Cesare Pavese lasciò dentro una copia di questo libro, sulla prima pagina, il suo messaggio di addio al mondo la sera del 27 agosto 1950, in una stanza di un albergo torinese. C'era scritta, insieme ad altre, questa frase: «Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fa Leggi tutto
Pavese, ma cosa hai creato? Davvero, penso sia uno degli incontri più belli, le parole più belle che io abbia mai letto. Sono parole così forti, poetiche che ti entrano dentro. Credetemi se dico che io ogni singolo dialogo vorrei saperlo recitare a memoria, avere sempre con me quelle parole in tutti i Leggi tutto
Stile lirico, che non scivola nell'eccesso e ben si adatta a questi eleganti dialoghi in cui Pavese, per mezzo di una forza che pare giungere da tempi antichi, riesce a rendere con estrema chiarezza la sensazione del divino. Allo stesso modo le sue parole acquisiscono l'immortalità dei personaggi, s Leggi tutto
UNA "ESSENZA DELLA PAROLA" Credetemi sulla parola quando vi dico che, appena cominciato, mi è venuta voglia di piangere. L'ennesimo libro di poesie (perché qui è di poesia che parliamo, credetemi anche su questo) troppo "intelligente" per me, povera ignorante, che mi sarei limitata a lasciarmi scorre Leggi tutto
"Circe: [...] Quello che mai prevedo è appunto di aver preveduto, di sapere ogni volta quel che farò e quel che dirò - e quello che faccio e che dico diventa così sempre nuovo, sorprendente, come un gioco, come quel gioco degli scacchi che Odisseo m'insegnò, tutto regole e norme ma così bello e impr Leggi tutto
Citazioni
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