Sinossi
Jonas è un pugile di un certo talento, ha una ragazza che lo chiama per fare sesso ma da lui non vuole altro, attorno una banda di amici, gli stessi dai tempi delle scuole elementari, ed è con loro che trascorre le giornate e la vita in un limbo sociale, uno di quei luoghi tra la periferia e la campagna, né sobborgo né quartiere chic, «troppo cemento per poterci considerare veri campagnoli, troppo verde per assimilarci alla feccia suburbana». Jonas e gli altri non sono teppisti di strada e neppure dei figli di papà che si danno delle arie da duri. Fumano hashish e coltivano erba, giocano a carte, litigano, bevono, parlano di boxe, di sesso, di rap, i loro dialoghi si intrecciano e si sovrappongono continuamente in una partitura ultrarealistica, densa e ipnotica. David Lopez, in questo romanzo di esordio, racconta il gruppo e il loro feudo, lo spazio di cui sono padroni e schiavi, nell'abbandono al tempo che passa, ai giorni che si succedono; è un ruvido cenacolo di giovani senza particolari qualità e prospettive, ragazzi che potrebbero cambiare la loro condizione ma che ostinatamente rimangono fermi, senza prendere iniziative, annoiandosi senza autodistruggersi, lamentandosi senza lottare, in apparenza privi di un qualsiasi desiderio di riscatto. Nel loro atteggiamento cova un rifiuto radicale, esistenziale, essenziale, delle regole sociali, una negazione definitiva di ogni volontà del mercato, del consumo, delle energie trascinanti e distruttive del capitalismo, ma in loro non sembra mai esserci un secondo fine, un istinto di critica sociale. Eppure dall'indolenza, dall'apparente apatia scaturisce la materia preziosa e sorprendente dei rapporti umani con le sue emozioni folgoranti, l'amarezza improvvisa, la comicità scomposta e inattesa, la rabbia e poi la quiete, grazie a un lavoro sulla scrittura e sull'oralità caratterizzato da un linguaggio innovativo, colloquiale, di forte musicalità, che come nel rap assesta frasi e immagini spiazzanti, poesia istantanea e imprevedibile, mai artificiale, sempre crudamente vera.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 228
- Data di uscita: 03-10-2019
Recensioni
Due ore che penso a quanto sarebbe stato bello questo libro se fosse stato tradotto bene. E invece niente, non è stato tradotto bene.
Une écriture sèche, une langue actuelle. On suit avec plaisir les pérégrinations de ce groupe de potes coincés entre ville et campagne
Le problème avec Albert Camus, c'est qu'il a instillé bien malgré lui dans le crâne de toute une génération d'écrivaillons (Despentes et confrères) le sentiment qu'il suffit d'enfiler comme des perles des phrases courtes sujet-verbe-complément et de laisser le soin à l'imagination du lecteur de donn Leggi tutto
J'ai découvert l'auteur avant d'entendre parler de son livre. À vrai dire, j'ai découvert sa voix, à la radio, un matin. Coup de foudre. J'ai aimé ce que j'ai entendu : le timbre rocailleux, les idées sur l'écriture et la lecture, le discours sur l'oralité, les expériences personnelles qui s'attache Leggi tutto
Je craque : j’arrête à la moitié du livre. Langue très chouette qui redonne sa place à une partie de la société un peu reléguée hors-culture ordinairement. Cependant il ne se passe rien. On a l’impression d’une étude sociologique et linguistique plus que d’un roman. Les situations et l’expression on Leggi tutto
Un premier roman remarquable qui allie parfaitement une langue littéraire et parlée. Le décor du roman (la boxe, le shit, la banlieue lointaine, l'ennui) ne m'intéressait pas particulièrement, mais l'envie de découvrir ce premier roman a pris le dessus. Je me suis fondu dans ce décor sans problème, Leggi tutto
Spietato e disarmante, meticoloso e ritmico, un esordio notevole. La recensione qui: https://pensierosecondario.wordpress....
Citazioni
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