Sinossi
Questa seconda parte dell'autobiografia di Elias Canetti si apre subito dopo la «cacciata dal paradiso» di Zurigo, che chiudeva "La lingua salvata". Ora siamo a Francoforte, nel 1921, e il giovane Elias comincia a intravedere intorno a sé un nuovo mondo, formicolante di figure che cercano di sopravvivere fra «inflazione e impotenza». «Era finita per sempre l'epoca in cui l'ignoto si riversava in me, senza incontrare ostacoli». Dalla ricettività totale dei primi anni si passa ora a uno scontro con tutto e con tutti, che permette a Canetti di saggiare se stesso, di scoprirsi nella sua irriducibile peculiarità. Se a quest'ultima si può dare un nome, sarà quello della rivolta contro la morte, una rivolta «senza fine». La giovinezza di Canetti è un'iniziazione a questa scoperta, vissuta facendo appello a tutte le potenze arcaiche, che lo hanno sempre assistito. Nell'ombra, il modello mitologico è Gilgamesh, che traversa le acque della morte per trovare la vita eterna. Ed è lo scandalo di tutto ciò che scompare a mantenere intatta in Canetti un'immensa forza del ricordo. L'intensità che vibra in ciascuna delle numerose figure che appaiono in queste pagine presuppone tale sottinteso. Ciascuna vuole incidersi nella memoria e nella prosa con segno indelebile. Saranno gli ospiti patetici della pensione Charlotte di Francoforte e gli intellettuali frenetici di Berlino; saranno gli ascoltatori di Karl Kraus e i manifestanti che incendiano a Vienna il Palazzo di Giustizia; saranno l'amata Veza e la deliziosa Ibby; sarà la madre, che i lettori de La lingua salvata conoscono bene e che ora, assillata dalla gelosia per il figlio, lo costringe a una inarrestabile commedia, dove donne «inventate» servono a coprire donne vere e proibite; saranno infine Karl Kraus stesso e Brecht, Grosz, Babel', che Canetti conosce a Berlino. Tutte le loro voci sono qui salvate. E, intrecciata per sempre alla loro, riconosciamo qui la voce di Canetti stesso. Appartengono a questi anni le esperienze che saranno decisive per la sua opera di scrittore: la visione aristofanesca, che sembra offrire «l'unica possibilità di tener unito ciò che si frantumava in mille schegge»; la fascinazione ossessiva per Kraus; la massa, questo enigma incombente come mai prima sul nostro tempo, a cui Canetti dedicherà decenni di riflessione; infine il disegnarsi di una «comédie humaine dei folli», di cui rimane, quale unico, grandioso frammento il romanzo "Auto da fé". Inseguito dalle voci, Canetti non si cura di darci un quadro dell'epoca: ma l'aria di Francoforte, di Vienna e di Berlino in quegli anni circola in queste pagine come una presenza palpabile. In toni opposti, e stridenti fra loro, le città ci parlano di un periodo in cui «ciò che si abbatteva sugli uomini era più che un grande disordine, erano come tante esplosioni quotidiane». Ovunque, Canetti incontra varianti di uno stesso sfondo: il caos, perpetua minaccia e prezioso nutrimento. I suoi bagliori sono quelli del «fuoco», di cui questo libro - come già "Auto da fé" e ogni grande libro - è il «frutto».
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- Pagine: 375
- Data di uscita: 04-05-1994
Recensioni
Şahane! Kitle ve İktidar ile Körleşme’nin nasıl ortaya çıktığını çok güzel anlıyor insan bu kitabı okuyunca. Ama sadece bu değil, İzak Babel’den Brecht’e, George Grosz’tan Heine’ye öyle geniş bir alanda manevra yapıyor ki Canetti, kendi öğrenme isteğini okuyucuya da geçiriveriyor. Bir de, toplumsal a Leggi tutto
Another great segment in the trilogy. It was rewarding to read as Canetti matured. The next, and last book, should be a knockout as he becomes the writer he has worked so hard to be. This was a man who read everything he possibly could and his self-study was remarkable in its expansive ideal.
Βρήκα το 2ο τόμο της βιογραφίας του Κανέτι λιγότερο ζωντανό και ευχάριστο από τον πρώτο. Παραμένει βέβαια ένα σημαντικό λογοτεχνικό κείμενο και επιπλέον μαθαίνει κανείς για τις επιρροές του ατόμου, που έγραψε την «Τύφλωση», μόλις 24 χρόνων. Leggi tutto
3.5 “But you don't know what you have felt: you have to see it in front of you, in others, in order to recognize it and know it. Something you recognize and know becomes real only if you have experienced it previously. It lies dormant in you, and you can't name it; then all at once, it is there, as a Leggi tutto
Well, I've to confess that my expectations for 'The Torch in My Ear' were not that high upon having been struck by the mesmerizing (if slightly self-referential) beauty of the first volume of Canetti's autobiography, 'The Tongue Set Free'. This was essentially my problem as I do prefer memoirs dealin Leggi tutto
Autobiografie Pur avendo letto, negli ultimi tempi, diversi libri autobiografici (o forse proprio per quel motivo...) ho trovato difficile inquadrare compiutamente quest’opera di Elias Canetti. “Il frutto del fuoco” si svolge negli anni '20 e ciò mi ha richiamato alla memoria l'eccellente e ineguagli Leggi tutto
I was luck enough to read this volume very soon after finishing Christoper Isherwood's "Goodbye to Berlin", which recounts stories of living in Berlin at the same time as Elias Canetti's second autobiographical volume. It's such a gift to be told about that time and that world by two such different
Not exactly stronger than the first volume but the content is definitely of more interest to me.. Karl Kraus lectures.. shooting the shit with Brecht.. veritable literary who’s who in here. This volume also offers an anecdotal companion to Canetti’s Crowds and Power, which has maybe convinced me to Leggi tutto
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