Sinossi
Anni '60 del Novecento: Sardegna. Stranieri venuti dal mare nominano Costa Smeralda quella parte inabitata di litorale che i nativi galluresi chiamano, nel loro sardo-corso, Monti di Mola. Così inizia la favola turistica, un inizio ignorato dalle odierne cronache mondane delle estati "smeraldine". Alle origini di quella favola, e nei profondi retroscena della leggenda, va invece il nostro narratore, per dirci la storia mai detta di un luogo che si ritiene a torto di conoscere. La storia s'incarna nelle vicende e passioni di un'intera famiglia che ha venduto le sue proprietà terriere ai costruttori del paradiso vacanziero. Il patriarca pastore di capre, resistente ma con un destino di spaesamento e sensi di colpa. Una moglie costretta nella mediazione fra vecchio e nuovo. Il luccichio del nuovo che abbaglia due dei tre figli e in particolare la donna, Caterina, tutta tesa all'abolizione incondizionata di un cupo passato. E il terzo figlio, che ha studiato in Continente e alle favole è disposto a crede ben poco. Amore, sesso, modi di vita, senso delle cose e degli uomini... niente sfugge a un cambiamento istantaneo e senza precedenti nella storia dell'Isola, dove due mondi s'incontrano, senza comunicare o integrandosi in suadenti quanto folcloristiche finzioni.
- ISBN:
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- Pagine: 208
- Data di uscita: 09-02-2011
Recensioni
Una favola antropologica che indaga una condizione, quella del popolo pastorale autoctono della Gallura, ancora poco approfondita dalla letteratura sarda. Un racconto di immagini che si sovrappongono, di misticismo, di tradizione e di illusione. Interessante
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