Sinossi
James Purdy e la sua scrittura rimangono un rebus oggi come ieri. Amato da autori che non potrebbero essere più diversi - tra gli altri Jonathan Franzen, Gore Vidal e David Means che firma l'introduzione a questo libro -, non ha mai incontrato il favore del grande pubblico né lo ha mai ricercato. Forse proprio perché non l'abbiamo capito meriterebbe ancora un'altra chance per confonderci e sviarci, per mostrarci come la letteratura possa ancora essere un oggetto misterioso che prescinde da regole di scrittura fissate come fossero le tavole del tempio. La prosa di Purdy potrebbe suonare anacronistica, con le sue didascalie, il suo marchiano "tell don't show", questi personaggi che fulminano a bruciapelo gli interlocutori con domande sul senso delle cose, stridenti nella loro chiarezza e crudeli nel loro essere stralunate. I neon di un cinema notturno piuttosto equivoco squillano "uomini uomini uomini", e nella sala buia qualche marchettaro è intento a conoscere col tatto corpi e fremiti propri e altrui. Così come gli Holden efebici che perlustrano gli anfratti più bui di un parco sordido varcano quel territorio di confine che è l'omosessualità, allo stesso modo la lingua di Purdy sta e si misura fra ciò che dice e ciò che esclude dall'esser detto, ciò che rimane fuori ma soprattutto sotto l'abito di parole confezionato da questo formalissimo sarto letterario. Sotto una spessa patina di urbanità e manierismi, pulsa una voragine di desiderio e gli interpreti azzimati e ossequiosi di queste turpitudini mai esibite, ma solo ruminate e vissute, hanno un'onomastica e una "quirkiness" tutta dickensiana. Nell'America che ha fatto una patologia della sua purezza, Purdy si prende il rischio di addossare la colpa alle vittime, con una prosa perturbante che non disvela e non smaschera, ma anzi fa più buio quando ci sono tutte le luci accese.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 223
- Data di uscita: 15-03-2018
Recensioni
4.5: Un autore che, come detto nella bella introduzione all'antologia, è ingiustamente poco o nulla conosciuto, sia in Europa che negli stessi Stati Uniti. Onore al merito per questa bella edizione italiana, curata benissimo e che ha il merito di mostrarci la qualità (altissima) letteraria di un aut Leggi tutto
Tutto sta per precipitare nei racconti di Purdy e i suoi stessi personaggi sembrano essere caduti sulla terra da un altro mondo, outsider come il loro autore.
Il giudizio finale è una media fra i primi undici racconti e l’ultimo che, da solo, occupa quasi un terzo della raccolta. Non è scoccata la scintilla. Andiamo avanti.
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In questa raccolta di raccolti troviamo alcuni dei temi ricorrenti nella narrativa di Purdy: relazioni di dipendenza affettiva, tali per cui i ruoli possono cambiare di segno riga dopo riga; asimmetricità nei rapporti di forza, che talvolta sfociano nel parassitismo; la sporcizia dei luoghi e la tor Leggi tutto
non stupisce che sia uno “molto conosciuto come scrittore poco conosciuto”. possiamo tranquillamente dire, infatti, che fa talmente schifo che neppure si merita di essere sconosciuto. andrebbe proprio dimenticato. in sintesi, questa persona ha sbagliato mestiere
Undici racconti, abbastanza corti, e uno molto più lungo (che, in effetti, è un po' il nucleo da cui poi si svilupperà il suo romanzo Rose e Cenere). La struttura dei racconti è piuttosto ricorrente: due, massimo tre personaggi, che dialogano, facendo esplodere violenza, sia fisica che, soprattutto Leggi tutto
Citazioni
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