

Sinossi
"Caro Francois, nel 1963 mi capitò di leggere su un quotidiano che in Sud Africa le autorità celebravano senza saperlo il cinquecentesimo anniversario della tua scomparsa..." Così principia la lettera-prefazione di Fabrizio De André, una missiva lanciata attraverso i secoli e capace di evocare la voce e i tratti di Francois Villon, il "cattivo soggetto", il "ribelle". Da Bertolt Brecht a Georges Brassens, non c'è stato poeta che non abbia sentito la "musica" dei suoi lais, delle sue ballate e non abbia cantato a sua volta il vino, le taverne e la maledizione della giovinezza perduta, le ragazze di piacere, i balordi e la ribellione alla morale comune. Al di là dell'orizzonte leggendario in cui l'uomo Villon è incorniciato, la sua poesia resiste implacabile al tempo, limpida, mordace, dolcissima, e le sue neiges d'antan, le sue "nevi dell'altr'anno", continuano a incarnare l'immagine irriducibile della malinconia che accarezza tutte le umane avventure.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 115
- Data di uscita: 01-06-2017
Recensioni
Villon è stata una piacevole sorpresa scolastica. Fa parte dei dimenticati della storia, ma è fondamentale per capire le canzoni e il pensiero di De André. Le poesie in originale sono illeggibili, scritte in francese antico medioevale. Le poesie tradotte sono piacevoli, seppur ovviamente discostate Leggi tutto
letto per l’università, ho appezzato molto la prefazione di De Andrè e anche scoprire questo grande poeta però l’introduzione é terribile, l’ho trovata pesante e poco esaustiva
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