Sinossi
Sono vent'anni che, in Italia, la politica del patrimonio culturale si avvita sulla diatriba pubblico-privato: brillantemente risolta socializzando le perdite (rappresentate da un patrimonio in rovina materiale e morale) e privatizzando gli utili, in un contesto in cui le fondazioni e i concessionari hanno finito per sostituire gli amministratori eletti, drenando denaro pubblico per costruire clientele e consenso privati. Ma cosa ha significato, in concreto, la "valorizzazione" (o meglio la privatizzazione) del patrimonio? Quali sono la storia e i numeri di questa economia parassitaria, che non crea lavoro dignitoso e cresce intrecciata ai poteri locali e all'accademia più disponibile? Ed è vero che questa è la strada seguita nei grandi paesi occidentali? Tomaso Montanari risponde a queste e altre domande spiegando perché non ci conviene distruggere il governo pubblico dei beni culturali basato sul sistema delle soprintendenze: un modello che va invece rafforzato e messo in condizione di funzionare, perché è l'unico che consente al patrimonio di svolgere la sua funzione costituzionale. Che è quella di renderci più umani, più liberi, più uguali.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 167
- Data di uscita: 24-02-2015
Recensioni
Un libro molto ben scritto che analizza, capitolo per capitolo, casi reali in cui l'affidamento al privato del patrimonio pubblico ha provocato situazioni peggiorative o addirittura problematiche. Il valore di questo libro sta nella perizia con cui i casi reali sono inquadrati in capitoli che analizz Leggi tutto
Incredibile come Montanari riesca a raccontare degli argomenti così ostici rendendoli scorrevoli, interessanti e coinvolgenti. Temevo che il patrimonio culturale italiano fosse in una situazione critica, ma scopro che è invece tragica, in balia di un mercato che lo sta guidando a diventare un bene el Leggi tutto
Interessante..ma forse con idea troppo di sinistra.
Citazioni
Al momento non ci sono citazioni, inserisci tu la prima!