Sinossi
Alle volte ci si ritrova nel mezzo: di due case, di più lingue. Nel mezzo di più vite, di decisioni ancora da prendere, di bisogni contrastanti. È qui che sta Matilde, maestra in pensione che si reinventa badante, alle prese con una parte di se stessa che credeva di non dover mai affrontare. I segreti sono spazi di intimità da preservare, nascondigli per azioni incoerenti, fughe, ma anche regali senza mittente per le persone che amiamo. Ma cosa resta di autentico nei rapporti quando si omette una parte di sé? Dove si sposta il confine tra sentimento e calcolo? Matilde lo scoprirà nel confronto con sua figlia, con l'ingegnere di cui si prende cura, con gli spaccati di vite sempre in bilico del quartiere di periferia in cui vive: ogni rapporto ci trasforma, in una dimensione di reciprocità che, attraverso l'altro, ci permette di valutare quanto, alla fine, siamo disposti a cedere di quella metà di noi. Dando voce a una coralità di personaggi, Paola Cereda racconta una società frammentata che cambia e fa emergere nuovi bisogni e nuove prospettive, in cui pare necessario inventarsi una nuova modalità per far quadrare i conti con noi stessi e con gli altri. Con una scrittura asciutta e chirurgica, che pure inaugura spazi di autentica poesia, tesse una storia universale, la storia di una donna in grado di restare in piedi quando crolla anche l'ultima illusione.
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- Pagine: 222
- Data di uscita: 21-02-2019
Recensioni
Matilde, una maestra in pensione, che, per pagare i suoi debiti e sopravvivere, è costretta a fare la badante. Matilde che entra nella vita di una famiglia non sua per “mettersi a disposizione di...” e che alla fine, con la morte del suo assistito, mette ordine tra le sue priorità e prova a far torn Leggi tutto
Ho letto 80 pagine ma continuare la lettura significherebbe farmi violenza. Se si decide di scrivere un libro con personaggi di base poco interessanti, ci vuole una grande abilità a renderli significativi o stimolanti. Qui non ci siamo proprio, l’intento è sicuramente quello di mostrare persone comun Leggi tutto
Il soggetto - un’insegnante in pensione che vive nella periferia torinese ha bisogno di soldi per un motivo ancora non chiaro e trova lavoro come badante presso un ingegnere - potrebbe essere interessante. Centro vs periferia. Amore vs solitudine. La scrittura però ha pochi motivi di interesse. Manc Leggi tutto
Tre e mezzo Quella metà di noi di Paola Cereda (Giulio Perrone Editore) è una storia che mi ha stupito. Cereda usa pochi elementi, una storia lineare... e riesce a catturare dalla prima all'ultima riga la nostra attenzione. Nessun colpo di scena, niente in grado di sconvolgerci, eppure la nostra pr Leggi tutto
Piemonte: Torino In fondo è una bella persona, Matilde. Maestra (una rumpi cujun d’eccellenza) in pensione, badante per necessità (perché il tempo vuoto non le piace e perché ha scelto di sopravvivere). È una donna di cuore, una di quelle persone per le quali regalare a qualcuno uno sguardo attento, Leggi tutto
Mi aspettavo qualcosa di più vista la candidatura allo Strega. Spunti molto buoni, un finale (ultime cinque righe) interessanti, ma davvero troppe forzature, si è voluto inserire un po' più del necessario. Le storie si intrecciano, ma senza una regia che le faccia dipanare senza rischiare una eccess Leggi tutto
Ci sono romanzi che aprono una breccia, inaspettata, nel vuoto quotidiano, romanzi nei quali è facile riconoscersi, che tendono la mano al nodo emotivo celato da qualche parte dentro di noi e che non osiamo chiamare con il proprio nome. Si tratta di romanzi potenti, che si inseriscono nella cultura Leggi tutto
Delicato e crudo. Una prosa pulita e commovente La capacità di raccontarsi, di fare un bilancio senza mai sentirsi sconfitti, andare avanti soppesando gesti e parole C’è quella terra di mezzo, quella metà di ciascuno, che può condannare o salvare, ma che riesce comunque a darci conforto, con la compli Leggi tutto
Il libro scorre. La tragicommedia e i dialoghi facilitano tutto ciò. Torino, la periferia, oggi. I personaggi sono ben delineati. Perché tre stelle? Né tanto, né poco? Perché tra pochino me lo sono scordata. È un attimo.
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