Sinossi
Cosa rende le città europee cosí particolari? Quali le loro caratteristiche storiche, sociali e architettoniche? In Trans-Europe Express, Owen Hatherley esplora le più diverse realtà dell'intero continente, da Parigi a Leopoli, da Stoccolma a Skopje, da Porto ad Amburgo e da Lodz a Madrid, immergendo il lettore in paesaggi urbani di volta in volta sublimi o volgari. Attento all'inestricabile intreccio di passato e presente, Hatherley, critico e storico dell'architettura sui generis, getta sull'Europa di oggi uno sguardo sempre capace di andare oltre gli stereotipi, e compone un mosaico originale, che anima una sorta di personalissima archeologia della contemporaneità. Un libro suggestivo, sia per chi si occupa di architettura sia, e soprattutto, per chi sia interessato a comprendere le trasformazioni più recenti e contraddittorie dell'identità europea a partire dall'utopica miscela di centri storici, sale da concerto ipermoderne, fantasiosi spazi pubblici e futuristiche abitazioni egualitarie. E mentre definisce la città europea, Trans-Europe Express scopre un continente diviso all'interno dell'Unione e al di fuori di essa. «Probabilmente la città che ha sviluppato il maggior livello di ansia riguardo al proprio multiculturalismo è Parigi. Le poche volte che l'ho visitata, ho sempre trovato la capitale francese strana e incomprensibile, forse a causa delle preferenze che ho sviluppato da londinese adottivo. La coesistenza di differenti periodi e momenti architettonici, di forme e idee in conflitto sulla pianificazione, che si può trovare nel centro di Londra (anche se spesso sostenuta da una griglia di fondo razionalista georgiana), a Parigi sembra, a un primo momento, non esserci, sostituita da un neo-barocco in pietra calcarea, obbligato, speculativo, tirato su in pochi decenni. Gli edifici pubblici imponenti, in particolare l'orrendo Louvre, ma non solo, sono spesso sgraziati e pomposi. La cosa più frustrante della capitale francese è rappresentata dalle lodi incessanti che ha ricevuto sia dai conservatori - da cui ci si può aspettare l'amore per una città dove è possibile camminare chilometri e chilometri senza trovare un singolo esempio di architettura del XX secolo e dove tanto la modernità quanto il multiculturalismo sono rigorosamente tenuti nelle riserve - sia dai politici radicali, per i quali la storia rivoluzionaria della capitale francese, la tediosa litania di 1789, 1848, 1871, 1968, significa godersi le strade borghesi più eleganti con la scusa che, su quello che ora è un edificio di lusso, una volta una banda di saccheggiatori, artigiani e prostitute, sventolò la bandiera rossa. In confronto con Londra, si potrebbe invidiarne la qualità della vita, ma non molto altro».
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 393
- Data di uscita: 04-06-2019
Recensioni
A book for travellers in a time when nobody can travel, I bought this book at first for the parts about Brussels and the wonderful Le Havre, but was soon hooked when Hatherley talks about so many European cities and their architecture. I love how he writes about modern buildings and cityscapes, ofte Leggi tutto
Drie jaar na lezing nog eens doorgebladerd. Gelijk weer verslaafd aan Hatherleys luchtige, simpele maar uiterst originele stukjes over de bebouwde omgeving van Europese steden. Update: vier jaar na lezing extra ster gegeven. Hatherley is de beste architectuurschrijver die ik ken, en hij verdient een Leggi tutto
This is half architecture history half travelogue. Reading it requires a laptop nearby, to visit the described neighborhoods with Google Street View. For me the most enjoyable part was Balkans, especially Sofia and Thessaloniki. The author had good reflections from those two. I also enjoyed that thi Leggi tutto
I realised I was enjoying this when, a chapter or so in, I had a sudden urge to visit Le Havre - somewhere I'd never given a second thought to, prior to reading Hatherley's appraisal of Auguste Perret's city centre. Why has no-one told me about this before...? It's a question I kept asking myself. I Leggi tutto
Really enjoyed this. Missed my train stop twice.
Made me hate living in England... in a good way.
Muy técnico
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